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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Pirra, figliuola
d'Epimetheo et moglie di Deucalione.
Pirra fu figliuola d'Epimetheo et moglie de' Deucalione, sì come
piace ad Ovidio, che di lei così scrive:
Deucalion con gli occhi lagrimosi
In questo modo parlò verso Pirra;
O sorella, o mogliere, o donna sola
Sopra restata a tutti; che il commune,
Genere a me, e l'origine del zio,
Et indi il letto pur congiunse; et hora

Ci coniungono insieme ancho gli affanni.


Costei, essendo tra tutte le donne piatosissima, insieme col marito Deucalione sopportò il
Diluvio, et di lui partorì quattro figliuoli.
Prometheo figliuolo di
Giapeto, che fece Pandora et generò
Isis et Deucalione.
Secondo Varrone nell'Origine della Lingua Latina, et molti
altri, Prometheo fu figlio di Giapeto et di Asia Nimpha. Dice Ovi-
dio che costui fu tra tutti il primo che formasse l'huomo di terra, così
scrivendo:
O che la fresca terra, che di poco
Era discesa già da l'alto cielo
Del ciel parente riteneva i semi;
La qual giungendo il figlio di Giapeto
Con onde fiuminali; fece in forma
Et in effigie humana qual Iddio.

Ma Horatio aggiungendoli un non so che dice nelle Ode:
Si dice, che Prometheo fu cagione
Al prencipe col fango aggiunger parte
Di fierezza crudel di fier leone,
Et violenza locar nel petto nostro.

Ma Claudiano nel Panagerico Quarto del Consolato tra tutti descrive più ampiamente
questa fabrica, dicendo:
Puon mente, che nel tempo, che ciascuno.
Nel mondo a sé faceva i propri membri;

et così va seguendo per ispatio di ventisei versi. Nondimeno a queste cose Servio et
Fulgentio v'aggiungono una favola. Dicono che, havendo Prometheo di fango formato
un huomo senza spirito, Minerva si diede maraviglia di così eccellente opra, onde a lui
promesse ciò ch'egli volesse tra tutti i beni celesti per dar compimento alla sua opra. Il
quale rispondendo che non sapeva che dimandarle se non vedeva quelle cose che ap-
presso gli dei fossero utili, di che da lei fu inalzato in cielo, dove veggendo tutte le cose ce-
lesti animate con fiamme (per infondere ancho all'opra sua la fiamma), segretamente por-
se vicino alle ruote di Phebo una verga, et havendola accesa et rubato il foco il ripor-
tò in Terra, aggiungendolo al petto del finto huomo; et così il fece animato, et chiamol-
lo Pandora. Là onde i dei mossi ad ira fecero che Mercurio il legò al Caucaso, et die-
dero all'avoltoio, overo all'Aquila, il suo core da essere in eterno divorato. Il cui lamento
nella rupe con assai lunghi versi descrive Eschilo Pitagora Poeta, affermando il core a lui


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