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Aristoteles - Physica » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 80v

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


causato dal movimento del cielo et dai pianeti, sì come alquanto solamente da più rimot-
ta cagione. Se poi vorremo che Astreo huomo fosse padre dei Venti, già è stato detto di so-
pra lui essere stato signore di luoghi dove nascevano molti venti, et di q. esser detto pa-
dre dei Venti. Sono poi detti figliuoli dell'Aurora perché per lo più nello spuntar dell'
alba i venti sono soliti nascere; il che approva l'auttorità et l'usanza dei nocchieri i qua-
li dicono ch'in quell'hora si levano, et per ciò le più volte a quel tempo incominciano i lo-
ro viaggi. Onde sono chiamati figliuoli dell'Aurora. È poi stato finto che quelli fossero ar-
mati da Giunone contra Giove perché sono tenuti uscire dalla terra, la quale è Giunone,
et così essere mandati fuori da un certo respirar della terra; et non potendo levarsi altro-
ve che nell'aere, essendo Giove l'aere, è finto che si siano armati contra Giove, cio-
è che nell'aere siano impetuosi. Che ancho il Litigio col mezzo delle Furie gli facesse tur-
bare il reame di Giove, et tra loro divenir inimici, ciò è pigliato dal loro movimento et
effetto. Percioché, se si leverà un vento da Levante et un altro da Ponente, è necessario
che per l'aere incontrandosi concorrano insieme; là onde appaiono nemici, et mostrano
turbare il reame di Giove. È stato poi detto quelli essere stati rilegati nelle caverne sotto
l'imperio di Eolo, conciosia che le isole Eolide, alle quali già signoreggiò Eolo et da lui
sono nomate, sono piene di spelonche, et le spelonche sono piene d'aere et acqua, dal cui
movimento deriva il calore, et per lo calore si levano i vapori dall'acqua; i cui esso calo-
re risolve nel aere. Il quale non potendo fermarsi in non capace luogo esce fuori, et se
l'uscita è sforzata, di necessità esce più impetuoso, più sonoro et più lungo; et così uscen-
do i generati venti fuori delle caverne dell'isole Eolide, è stato finto quelli essere stati rile-
gati negli antri d'Eolo, et sotto l'imperio suo posti. Ma Virgilio sotto questa fintione
giudica altrimenti, il che per non far di mistiere non alleggo. Oltre le fintioni, è ancho
di questi molto grande la potenza. Sono distinti i paesi et i nomi. Sono ancho secondo al-
cuni meno et secondo altri più, né con gl'istesi nomi da tutti sono chiamati; de' quali pria
che in particolare di ciascuno parliamo, non sarà inconvenevole dire alcuna cosa. Del-
la loro potenza, nomi et regioni particolarmente descrive Ovidio nel suo maggior volume:
Et con le fiamme i venti, che fan freddi.
Diffusamente a questi non concesse
Del mondo il Gran Fattor l'aere in potere;
Et hor a pena si resiste a quelli;
Reggendo ogn'un col suo spirar diverso
Le fiamme, affin di lacerare il mondo,
(Sì grande è la discordia dei fratelli)
Euro partissi verso de' l'aurora,
E i Nabathei reami, et quei di Persi,
Et verso i gioghi i sottoposti ai raggi
De la mattina, a cui Hespero poi
V'è l'Occidente; per lo quale i liti
Vicini son dal Sol tepidi fatti.
Indi a Zephiro poi la Scithia giace;
Et i settentrioni sotto posti
Son da l'horrido Borea, che gli assale;
Et la terra contraria per frequenti
Nubi, dal fiume vien bagnata d'Austro.

Dice Isidoro nel libro delle Origini che sono dodici, et quelli così partisce et noma. Quel-
lo che dal principio del verno tende verso Occidente è detto Subsolano, percioché nasce
sotto l'origine del Sole. A questo congiunge due compagni a lato, cioè Euro dal lato si-
nistro, il quale così dice essere chiamato perché spira dall'Eoo, cioè dall'Occidente, di state.


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