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Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano



Libro quinto di Mes-
ser Gio. Boccaccio sopra la
Geneologia degli dei,
tradotto ed adornato
per M. Giuseppe Betussi
da Bassano.
Al non men nobile che ge-
neroso suo signore,
il Conte Collaltino
di Collalto.


Non ancho a pieno haveva finito condur-
re in mezzo la superba prole di Titano, et ecco (di
maniera circa il principio con impeto fino dal pro-
fondo s'erano adunati i mari) che quelli venti, come
se si fossero partiti chiamati dall'imperio di Eolo, tut-
ti riposarono; et uno oscuro velo, languido et vuoto,
mi s'accostò alla faccia. Il che riguardando io, subi-
to conobbi esser poco da riposare. Né mi maraviglio
che, se Giove s'è affaticato in fulminare, di quello che
di me potrà pensare l'huomo saggio scrivendo i sce-
lerati costumi del genere iniquo. Entro adunque nel lito, et monto in alto per veder dove
volentieri m'havesse lasciato lo spirito; et mentre d'intorno rivolgo gli occhi, conobbi
ch'io sotto e' piedi havea la terra attica; et desideroso di vedere diffusamente il circuito del
tutto, vedeva le cose passate non con ordine certo, ma sì come la memoria me le rappresen-
tava. Cosi hor qua hor là drizzava gli occhi, et primieramente per alquanto spatio con-
siderai le alte cime dei monti d'Arcadia et gl'inacessibili boschi, meco stesso dicendo: in
questi habitò Mercurio fanciullo. Per quelli Diana guidava i chori, vi discorreva Atlan-
te, et ancho il picciolo Partenopeo soleva cacciare i cervi. In quello si nascose la vergine
Calisto. Indi rivolgendomi subito al lito, vidi non dirò Athene, ma a pena di quella un pic-
ciolo et consumato signale; onde mi risi dei pazzi giudici della mortalità nostra, per li
quali ingannata l'antichità, mentre pensava quella per l'avenire haver ad essere eterna,


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