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Homerus - Odyssea » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 89r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


Apollo medesimamente fu figlio di Giove et di Latona, et nac-
que nell'istesso parto con Diana, secondo che è stato detto dove si ha di
Latona narrato. Di costui si dicono molte cose, le quali forse non me-
no furono sue che d'altrui, scrivendo Cicerone che oltre lui vi furono
tre altri Apolli. Ma perché tutti i Poeti s'inchinano a costui, come s'e-
gli solo fosse stato Apollo, et per ciò non si vede a pieno quelle che fu-
rono d'altri, è necessario attribuire il tutto a costui solo. Dissero adunque, dopo la favo-
la del suo nascimento, costui essere stato Iddio della divinità et sapienza, et inventore
della medicina. Oltre ciò vogliono ch'egli amazzasse i Ciclopi, et per tal causa essendo
alquanto tempo della deità privo, haver pascolato gli armenti d'Admeto re di Thessaglia.
Vollero appresso che, essendogli stato da Mercurio donato la citara, egli divenisse capo
delle Muse d'Elicona, cioè che sonando la lira le Muse cantassero. Similmente il fecero sen-
za barba, et gli sacramenti l'albero del Lauro, gl'hiperborei Griphi, il corvo et i ver-
si buccolici. Il chiamarono ancho con molti nomi, et gli attribuirono diversi figliuoli.
Questa è una lunga continuatione di figmenti; de' quali, se vogliamo cavare il senso, prima
è da avertire esser necessario alle volte intendere che fosse huomo, come fu, et alle volte
pigliarlo per lo Sole. Fu adunque costui huomo, et figliuolo del secondo Giove et di La-
tona, secondo che più volte è stato detto. Ma Tullio dove tratta delle Nature degli Dei di-
ce che fu figlio di Giove Cretese, et dagli Hiperborei monti esser venuto in Delpho. Il
che, se così fosse, molte cose dette di sopra sarebbero vane. Nondimeno (salva sempre la ri-
verenza di Cicerone) io non credo questo, dicendo Eusebio nel libro dei Tempi che Apol-
lo et Diana nacquero di Latona regnando in Argo Steleno, et nell'anno quarto della sua
signoria, che fu negli anni del mondo tremilasettecento et undici; comprendendosi per
li scritti dell'istesso Eusebio Giove Cretese essere stato molto da poi. Ma Theodontio di-
ce questo essere stato figliuolo del secondo Giove et haver regnato appresso gli Arcadi,
ritrovando a loro nove leggi, et per nome essere stato detto Homio; ma per la soverchia
crudeltà delle leggi essere stato dai sudditi del reame cacciato et haver riccorso da Ad-
meto Re di Thessaglia, dal cui Admeto gli fu conceduto il governo sopra alcuni popoli
appresso il fiume Amphriso. Là onde nacque la favola che per gli amazzati Ciclopi fu
privo della deità, et anco a pascere gli armenti d'Admeto. Nondimeno l'istesso Eusebio
dice che Apollo nato da Latona non fu quello dal quale gli antichi solevano andare a
pigliar gli oracoli, ma quello che servì ad Admeto. Et con quello (come dice Tullio) che
dai monti Hiperborei venne a Delpho, puote esser figliuolo di Giove Cretese. Della na-
tività adunque di costui, nelle cose precedenti dove s'è parlato di Latona si sono dette mol-
te cose, et più se ne potrebbono leggere che sono scritte in Macrobio nel libro dei Satur-
nali
, quali veramente sono utili et non molto discordanti dalle scritte di sopra; et però
non le ho notate. In costui appresso (come afferma Theodontio), il primo che conoscesse le
forze dell'herbe et accommodasse le loro virtù ai bisogni degli huomini; et però non so-
lamente fu tenuto inventor della medicina, ma Iddio, conciosia che molti infermi dai suoi
rimedi conseguivano la sanità. Et perché egli ritrovò le concordanze dei polsi degli huo-


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