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Biblia, Gn » Boccaccio, Giovanni Geneologia degli Dei - p. 97r

Boccaccio, Giovanni

Geneologia degli Dei. I quindeci libri di M. Giovanni Boccaccio ... tradotti et adornati per Messer Giuseppe Betussi da Bassano


cioè dal real splendore, viene cacciato nell'Inferno, cioè appresso i plebei; appresso e' qua-
li sempre dimora pieno di cure a qual partito possa ritornare nel grado dove era cadu-
to. Recita Leontio di questo Titio una breve historia, et dice che costui appresso Boemi
fu grand'huomo, et con tutte le forze cercò cacciare Apollo di Delpho; dal quale egli
fu cacciato, et quasi ridotto a vita privata. Del supplitio poi dato a lui, Macrobio nel
Sogno di Scipione così ne dice: [Il] L'avoltoio che mangia il core et il fegato, hanno voluto
non deversi intender altro che i tormenti della conscienza, pena molto nociva che rode le
viscere interiora et stracia essi membri vitali, non mai stanchi per lo ricordo della com-
messa scelerità; et sempre tiene desti i pensieri, se forse l'animo ricercasse riposare, acco-
standosi come una febre a quelli, che rinascono senza perdonare con nessuna misericor-
dia a sé stessa, con tal legge con la quale nessuno colpevole, essendo giudice, sé medesimo as-
solve, né di sé può schifare la sentenza.
Questo dice Macrobio.
Baccho quarto figli-
uolo del secondo Giove, che generò Himeneo,
Thioneo et Thoante.
Baccho viene detto da Ovidio et gli altri poeti figliuolo di
Giove et Semele, della cui origine si recita tal favola. Amando Giove
Semele figliuola di Cadmo, et essendosi ella di lui impregnata, Giu-
none andò a ritrovarla in forma di Beroe, vecchia Epidaura, et par-
lando seco la dimandò se Giove le voleva bene; a cui ella rispose che
si credeva, che si soggiunse Giunone: "Figliuola, tu no'l puoi conosce-
re eccetto che in sol modo, cioè, se giurando egli per Stige ti promette venirsi a congiun-
ger teco in quel modo che fa con Giunone." Semele desiderosa di farne la prova, venendo
Giove da lei con giuramento gli dimandò tal dono. Onde Giove tutto doglioso non poten-
do mancare al giuramento la fulminò, et trasse fuori del ventre di quella morta un figli-
uolo, et lo congiunse al suo ventre fino attanto che venisse il tempo che si ricerca ad una
creatura stare nel ventre materno. Costui fu prima nodrito da Ino segretamente, poscia lo
diede alle Nimphe le quali ancho gli porsero alimenti, sì come dice Ovidio; et accioché non
fosse ritrovato da Giunone, che il ricercava, il nascossero sotto l'edere. Dicono appresso
che fu allevo di lui Sileno, il quale pigliato da villani fu da Mida restituito a Baccho.
Oltre ciò l'honarano d'una carretta, et compagni; de' quali così riferisce Statio:
Da man destra, e sinistra i Linci stanno
Del carro, che guidato è da le Tigri.
C'hanno i freni lavati di vin puro.
Poscia quei lieti a lui portano dietro
Le armentali spoglie, e i lupi fieri
Con l'orse inique; et quello invan non segue
L'ira il furore; la virtù il timore
Senza ardor sobrio a quel va dietro anchora.
Vi s'aggiungono anchor gl'instabil gradi,
Et gli steccati simili ad un regno.

Dicono appresso che lui fu il primo che piantò la vigna, come dice Accio nei Bacchi:
O Dionigi di Semele figlio,
Buon padre, che la vite pur piantasti.


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