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Petrarca, Francesco - Triumphi » Baldini, Baccio Mascherata della Geneologia degl'Iddei - p. 35

Baldini, Baccio

Discorso sopra la Mascherata della Geneologia degl'Iddei de' Gentili


Esculapio Phetonte figliuol d'Apollo, come scrive Ovi-
dio nel primo libro delle Transformationi, dove dice:
Sole satus Phaethon, quemquondam magna loquentem,
et quel che segue. Et insieme seco figurò Orpheo, figliuo-
lo anch'egli d'Apollo, sì come scrive M. Giovan Boccac-
cio nel quinto libro della Geneologia degl'Iddei; et que-
sti finse l'Authore un giovine vestito d'habito leggiadro,
ma che mostrava gravità, et haveva in capo una Thyara
et in mano una Lira, la quale egli sonava; ma quegli figu-
rò un giovane vestito riccamente, con la chioma, il viso et
il petto che ardevano, et in mano gli dette un Cigno, percio-
ché Phetonte è descritto in questa maniera da Philostra-
to nel primo libro delle Immagini, et Orpheo anch'egli
è descritto nel modo detto da Philostrato il giovane nel
primo libro delle sue Immagini. Dopo Orpheo et Pheton-
te l'Authore fece venir Circe figliuola del Sole, sì come
scrive M. Tullio nel terzo libro della Natura degl'Iddei,
la quale egli figurò una matrona con una benda bianca intor-
no al capo, come usavan di portar per insegna gli antichi
Re, et gli dette in mano un ramo di Larice et un di Ce-
dro, percioché ella fu regina, come è cosa nota; et Home-
ro, nel decimo libro dell'Odissea, dice che ella usava per
profummi ne' suoi incanti questi duoi arbori. Ultimamen-
te furon finte le nove Muse, insieme con la Memoria ma-
dre loro, come scrive Hesiodo nella sua Theogonia, le
quali l'Authore vestì a uso di Nimphe, con libri et varii
instrumenti musici in mano, et messe loro in capo ghir-
lande fatte di penne di più sorti, tra le quali n'era di quel-
le di Gaza, per haver le Muse vinto le Sirene a cantare, co-
me scrive Pausania nel nono libro della Grecia, et le no-
ve figliuole di Pierio et di Enippe, et convertite in Ga-
ze, come dice Ovidio nel quinto libro delle Transforma-
tioni
:
Miranti sic orsa Deae Dea, nuper et istae
Auxerunt volucrum victae certamine turbam
,


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