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Petrarca, Francesco - Rime sparse » Baldini, Baccio Mascherata della Geneologia degl'Iddei - p. 37

Baldini, Baccio

Discorso sopra la Mascherata della Geneologia degl'Iddei de' Gentili


Quinto Carro di Giove

Carro di Giove


Quinto Carro di Giove.

Finito il Triompho del Sole pas-
sò quel di Giove, il quale l'authore
adornò di tre statue et delle dipinture
di cinque Favole di questo Dio, delle
quali la prima fu quando Giove, essen-
dosi convertito in Toro, con Europa
adosso passò il mar di Phenicia et se n'andò in Creti, re-
citata da Ovidio nel secondo libro delle Transformazio-
ni
, dove ei dice:
Non bene conveniunt nec una in sede morantur,
et quel che segue. L'altra fu quando Giove medesimo,
convertito in Aquila, rapì Ganymede nel monte Ida et
se ne lo portò in Cielo, narrata pur dal medesimo Ovi-
dio nel decimo libro delle Transformationi, quando ei dice:
Rex superum Phrygii quondam Ganymedis amore,
et quel che segue. Et sopra a questa pose la terza dipintu-
ra, quando convertito in fuoco si giacque con Egina, figli-
uola di Asopo Re di Beotia; la quarta fu quando, conver-
tito in oro, piovve per il tetto ingrembo a Danae, figliuo-
la d'Acrisio Re degli Argivi, recitate tutte et due da Ovi-
dio nel sesto libro delle Transformationi, dove ei dice:
Aureus ut Danaem, Asopida luseris ignit,
et quel che segue. La quinta et ultima fu quando cavò Sa-
turno di prigione, dove egli era stato messo dai Titani, re-
citata da Messer Giovan Boccaccio nel quarto libro del-
la Geneologia degl'Iddei. Ma la prima statua che egli vol-
se che adornasse il carro di sopra detto fu quella di Epa-
pho, figliuol di Giove et d'Io, come scrive Ovidio nel pri-
mo libro delle Transformationi, quando ei dice:
Hinc Epaphus magni genitus desemine tandem,
et quel che segue. La seconda statua fu quella d'Helena, fi-
gliuola di Giove et di Leda, moglie di Tindaro Re di La-
conia et sorella di Castore et Polluce, sì come è noto a


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