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Biblia, Dt » Baldini, Baccio Mascherata della Geneologia degl'Iddei - p. 54

Baldini, Baccio

Discorso sopra la Mascherata della Geneologia degl'Iddei de' Gentili


l'authore cavò del primo Synatgma del Gyraldo dell'Histo-
ria degl'Iddei
, il quale riferisce haver letto in certe sentenze
Hebree che appresso agli antichi l'Amicitia si dipigneva una
giovane con il capo scoperto vestita rozamente, et in torno
alla vesta haveva scritto   mors et vita, et nel-
la fronte haveva scolpito il verno et la state. Haveva il petto
aperto, di maniera che si vedeva il cuore, in sul quale era scrit-
to   longe et prope, et con il dito dimostra-
va quelle lettere; et a questa figura l'authore aggiunse una
grillanda di mortine et di melagrano con i frutti intrecciate
insieme, et in mano uno Olmo secco con una vite fresca che
lo abbracciava et copriva. Et questo, percioché la melagra-
na, per la unione delle tante sue granella con tanto et sì bel-
lo ordine, era posta appresso agli antichi Hebrei per la Con-
cordia, nel manto del sommo lor sacerdote; et la mortine è
consecrata a Venere, sì come scrive Plinio nel dodicesimo li-
bro della Hist. Naturale. Et Venere è ancora Dea della Concor-
dia, come scrive il medesimo Plinio nel quindicesimo libro
dell'Histoira Naturale; et Democrito appresso al Pierio di-
ce che la mortine et la melagrana si amon tanto che, se bene
le radici dell'una son poste alquanto discosto dalle radici del-
l'altra, elle si accostano et intrecciano insieme. Et per mostra-
re che l'amicitia debbe ancora conservarsi dopo la morte, gli
aggiunse in mano la vite fresca che abbracciava et copriva
l'Olmo secco, ilche dimostra la perpetuità dell'amicitia, co-
me si legge in uno Epigramma Greco del quale fa mentio-
ne il Gyraldo nel primo Syntagma dell'Historia degl'Iddei.
Et perché Venere comunemente da tutti gli antichi gentili fu
tenuta Dea del piacere, il quale è comune all'honesto et al di-
shonesto, perciò l'authore, volendo finger l'una et l'altra ma-
niera del piacere, finse due femmine appiccate l'una all'altra,
di maniera che le si volgessin le schiene, et da man manca mes-
se il piacer dishonesto, la descrizzion del quale egli cavò del
diciannovesimo canto del Purgatorio di Dante, dove ei dice:
Mi venne in sogno una femmina balba
Con gli ochi guerci et sovr'ai pié distorta


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