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Basilius Magnus - Homiliae in Hexaemeron » Baldini, Baccio Mascherata della Geneologia degl'Iddei - p. 81

Baldini, Baccio

Discorso sopra la Mascherata della Geneologia degl'Iddei de' Gentili


Fulgora, nec diri toties arsire cometae,
et quel che segue, perché l'authore gli messe in mano le co-
se di sopra dette, con le quali gli antichi facevan le purgatio-
ni de' portenti cattivi che apparivano, sì come delle vermina-
ca scrive Plinio nel XXII libro dell'Hystoria Naturale, et del-
lo alloro nel sedicesimo libro della medesima Hystoria, et
del zolpho nel XXXV libro della Historia Naturale. Dopo la
Cometa venne la Serenità, la quale l'authore finse una fan-
ciulla che haveva il viso di color turchino, con la veste bian-
ca, larga, lunga, et più semplice che si potette, et gli fece in
capo una acconciatura che vi era su una Colomba bianca, per-
cioché la Colomba significa l'aria, non essendo uccello alcu-
no, di quelli che si addimesticano con l'huomo et habitan se-
co, che voli più lontano, et che con maggior fede torni allo
albergo suo, che la Colomba, et voli più agevolmente et con
più velocità di lei. Onde Virgilio nel quinto libro dell'Ene-
ide
scrive:
Radit Iter liquidum, celeres neq., commovet alas,
et quel che segue. Dopo la Serenità venne la Neve, per la
quale l'authore finse una femmina tutta tané, piena di cespu-
gli et tronchi d'alberi, significando per questa figura la Ter-
ra; et in su quei cespugli et tronchi, et per tutto il resto del-
la figura, fiochi di bambagia, nella qual maniera egli volle di-
mostrar la Neve quando comincia a appiccarsi in su la ter-
ra. Et dopo alla Neve fu messa la Nebbia, la quale l'authore
finse una femmina tutta di bambagia, senza forma alcuna. Ap-
presso alla Nebbia fu messa la Rugiada, la quale l'authore fi-
gurò una femmina tutta verde, significando per questo l'her-
be et i prati, dove più apparisce la Rugiada che in altre par-
ti della terra; et in capo gli messe una acconciatura di cespu-
gli et tronchi d'alberi, pieni tutti di Rugiada come anche
tutto il restante della figura, et aggiunsegli in capo una Lu-
na piena, percioché allhora cade maggior guaza che inalcun
altro tempo. La ragion si cava del terzo libro delle Metheo-
re
di Aristotele, dove ei ragiona della Rugiada et della Bri-
nata, percioché il calore del lume della Luna è allhor tanto,


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