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Varro, Marcus Terentius - luogo non identificato » Baldini, Baccio Mascherata della Geneologia degl'Iddei - p. 104

Baldini, Baccio

Discorso sopra la Mascherata della Geneologia degl'Iddei de' Gentili


venne Syringa Nimpha amata da Pan, la quale, fuggendo
un giorno da lui, pregò le Naiade sue sorelle che la transfor-
massero in canna, ilche fu fatto, sì come scrive Ovidio nel
primo libro delle Transformationi, quando ei dice:
Tum deus Arcadiae gelidis montibus inquit,
et quel che segue; perché l'authore finse per Siringa una fan-
ciulla che si convertisse in canna. Et dopo a questa messe Py-
thi Nimpha, amata anche da Pan, la quale essendo amata da
Rovaio et da Pan, per gelosia fu da Rovaio spinta in un
monte di sassi, perché ella tutta si ruppe, et fu dalla Terra per
pietà convertita in Pino, onde questo albero è consacrato
a Pan, et egli se ne fa ghirlande, sì come scrive Constantino
nell'undicesimo libro delle Coltivationi; onde egli dice an-
che che questo albero volentieri fa ne' luoghi volti a tramon-
tana, percioché quando questa fanciulla fu convertita in pi-
no ella era volta in verso quella parte del cielo, et quando
trahe Rovaio pare ancora che questo albero si rammarichi
et pianga. Appresso a Pithi venne Pale, Dea de' pastori, della
quale ragiona Virgilio nel terzo libro della Georgica, dove
ei dice:
Te quoq., magnia Pales, erte memorande canemus,
et quel che segue. Et a questa Dea i Romani havevono or-
dinate le ferie, chiamate dal nome suo Palilie, sì come dice
Marco Varrone nel V libro della Lingua Latina, le quali si fa-
cevan d'Aprile, come scrive Festo Pompeio, accioché per l'a-
iuto di questa Dea i lupi non facesser danno alle greggi né
agli armenti, et che gli stesser sani et partorisser felicemen-
te, sì come dice Ovidio nel quarto libro de' Fasti, quando ei
dice:
Nox abiit, oriturq., Aurora: Palilia poscor
Non poscor frustra, si favet alma pales
,
et quel che segue. Questa adunque l'authore vestì a uso di
pastora, et dettegli in mano un vaso pien di latte, et messe-
gli in capo una ghirlanda d'herba Medica, percioché, sì come
scrive Plinio nel diciottesimo libro della Hystoria Naturale,
ella è tanto utile a' bestiami che se ei se ne desse lor tanta che


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