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Baldini, Baccio

Discorso sopra la Mascherata della Geneologia degl'Iddei de' Gentili


Notte, sì come scrive M. Giovan Boccaccio nel primo li-
bro della Geneologia degl'Iddei, una femmina pallida, fu-
riosa et vestita di nero, sì come la descrive Aristophane,
comico antico, nella comedia intitolata Pluto. Oltre a que-
sti finse la Fame, undicesima figliuola dell'Herebo et del-
la Notte, come riferisce il medesimo M. Giovan Boccac-
cio nel luogo allegato disopra, et cavò la descrizzion sua
da Ovidio, nello ottavo libro delle Trasformationi, do-
ve egli dice:
Quaesitamque Famem lapidoso vidit in agro,
Unguibus, et raris vellentem dentibus herbas
,
et quel che segue; et gli aggiunse in mano il monte Cau-
caso, là dove il medesimo authore scrive che ella habita.
Di poi finse la Querela, o vero il Rammarichio, figliuolo
pur dell'Herebo et della Notte, come scrive il medesi-
mo M. Tullio nel luogo allegato disopra; et questa figu-
rò una femmina vestita di tané, percioché gli antichi, ne'
mortorii et nelle altre avversità loro, si vestivan di quel
colore, et in capo gli messe una Passera solitaria, uccello
che ha il canto maninconoso, et egli ancora è mesto et
solitario. Appresso a questa fece venire la 'Nfermità, dodi-
cesima figliuola dell'Herebo et della Notte, sì come scri-
ve M. Giovan Boccaccio nel luogo di sopra detto, et que-
sta figurò una femmina pallida et magra, con un ramo di
Anemone in mano, et una grillanda del medesimo in ca-
po, percioché, come scrive Horo Egiptio nei suoi Hiero-
gliphici, gli antichi Egiptii per questa herba significava-
no la malattia. Messe poi la Vecchiaia, figliuola medesima-
mente dell'Herebo et della Notte, come scrive M. Tul-
lio nel luogo allegato disopra; et la figurò una donna vec-
chia, canuta et vestita di nero semplicemente, con un ra-
mo di Senecio in mano, percioché i fiori di questa herba son
di color pallido, et subitamente nella lor più alta parte di-
ventano canuti, et presto caggiono. Finse oltre a di questi
l'Hydra et la Sphinge, messe da Hesiodo nella Theogo-


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