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Petrarca, Francesco - Triumphi » Baldini, Baccio Mascherata della Geneologia degl'Iddei - p. 26

Baldini, Baccio

Discorso sopra la Mascherata della Geneologia degl'Iddei de' Gentili


se l'Età dell'Oro, la cui descrizzione egli cavò del primo li-
bro delle Trasformationi d'Ovidio, dove egli dice:
Aurea prima sata est Etas quae vindice nullo,
et quel che segue; perché egli finse per questa Età una fan-
ciulla ignuda coronata, et adorna di tutti quei rami d'al-
beri, con i frutti dei quali Ovidio nel luogo di sopra detto
dice che gli huomini in quel tempo lieti et contenti si
pascevano. Dopo al Secol di sopra detto l'Authore fece ve-
nir la Quiete, seguitando la sentenza di questo medesimo
poeta, nel medesimo luogo nel quale dice:
Nondum laesa suis peregrinum ut viseret orbem
Montibus in liquidas pinus descenderat undis
Nullaque mortales praeter sua littora norant
,
et quel che segue. Figurò adunque l'Authore la Quiete
una femmina di aspetto grave et venerando, et vestita di
nero, percioché questo colore dimostra, come di sopra si
è detto, fermezza et gravità; et gli fece fare una acconcia-
tura in capo, in su la quale era un nidio dentro al quale si
giaceva una Cicogna tutta pelata per la vecchiezza, per-
cioché questo uccello, come è noto a ciascheduno, quan-
do è vecchio si riposa nel nidio, et è nutrito dalla pietà
dei figliuoli. Ma perché Saturno, oltre all'essere una me-
desima cosa che 'l tempo, fu ancora, come scrive Macro-
bio nel primo libro de' Saturnali, ritrovator delle biade
et degli altri frutti, et per questo i Cirenensi gli facevon
sacrificio di schiacciate fatte di farina et mele, et coronati
di rami di fichi, con le foglie et con i frutti, perciò l'Autore
seguitando i detti di questo scrittore messe in compagnia
del carro di Saturno duoi Mori in habito di sacerdoti, co-
ronati di rami di fico et con un ramo di fico in man per
uno, et un nappo, in ciaschedun de' quali fusse una schiac-
ciata fatta delle cose di sopra dette. Et oltre a questi Cirenensi
ne messe ancora duoi Romani, con una facellina accesa in
man per uno, percioché il medesimo Macrobio, nel luogo
di sopra detto, scrive che ' Romani sacrificavano a Saturno


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