Cartari, Vincenzo
Le immagini con la spositione dei Dei degli antichi
scia dalle Muse. Nientedimeno Homero non questo, ma due al-
tri
cavalli le dà, ambi lucidi e risplendenti. Fingono anchora al-
cuni
che venga l'Aurora al primo suo apparire tutta colorita spar-
gendo
per l'aria canestri di fiori e di rose gialli e vermiglie. Et
insomma la descrive ciascheduno come più gli piace, mostrando pur
sempre quel colore tra giallo e rosso che spargono per l'aria i primi
raggi del sole.
Diana.
Come adorarono gli antichi la Luna
sotto diversi nomi, così ne fecero mol-
te
statoe parimente in diversi modi,
et in varie maniere la dipinsero.
Imperoché la chiamarono ancho Dia-
na,
Proserpina, Hecate, Lucina, et in
Egitto Iside, secondo che vollero mo-
strare
e con il nome e con la imagine
alcune proprietà della natura sua, et i
varii effetti che da lei vengono. Fecero
dunque la Luna in forma di giovane vestita con due brevi corna in ca-
po
perché la vediamo in Cielo cornuta, sempre ch'ella è scema, e la po-
sero su un carro, dicesi, per mostrare la velocità sua. Qual fa Propertio
che perciò sia tirato da cavalli, quando dice in nostra lingua:
Benché gli occhi cadenti mi calcasse
Il pegro sonno, e con i suoi cavalli
La Luna a mezzo il Cielo rosseggiasse.
Di questi l'uno era negro e l'altro bianco, dice il Boccac-
cio,
perché la Luna appare non solamente di notte, ma di dì ancho-
ra. Festo Pompeo scrive che un mulo tirava il carro della Luna,
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