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Timaeus Locrus - De natura mundi et animae » Cartari, Vincenzo Le immagini dei Dei - p. XXXIXv

Cartari, Vincenzo

Le immagini con la spositione dei Dei degli antichi


imagine o Statoa di Giunone fatta in altra guisa, se non che alcu-
ni, perché sanno che la dissero gli antichi la ritrovatrice del matrimo-
nio, l'hanno fatta in piè, vestita, con capi di papavero in mano e con
un giogo a' piedi, volendo per questo mostrare il nodo maritale on-
de sono il marito e la moglie congiunti insieme, e per quelli la nu-
merosa prole che poi viene succedendo. Di che non trovo però fatta
mentione da alcuno degli antichi, benché scrivano che in Roma fu
icona nota chiamato certo luoco Vico Giugario perché quivi hebbe un Tempio
Giunone, la quale era creduta aggiugnere i matrimonii insieme. On-
de è venuto che tolendone forse poi alcuni l'essempio da questo e da
icona nota quello ch'io dissi di Venere fatta in zeppi, hanno dipinto il Matri-
monio con il giogo in collo e con i zeppi ai piedi. Il quale non fu
dagli antichi mai celebrato con liete nozze senza invocare Hime-
icona nota neo, perché lui adoravano come Dio che alle nozze desse felice suc-
cesso. E questo facevano, volendone fare imagine, giovine, coronato
di be' fiori e di verde persa. Egli teneva con la destra mano una fa-
cella, e nella sinistra haveva quel velo, rosso o giallo che fosse, con
il quale si coprivano la faccia le nuove spose, e due socchi gialli a' pie-
di, che così lo descrive Catullo dicendo:
Di vaghi fiori adorna
Di verde persa i crini
Santo Himeneo, e col bel velo in mano
A noi lieto ritorna.
Fa ch'a noi s'avicini
Il tuo felice Nume, perch'invano
S'egli ci sta lontano
L'huom cerca d'esser lieto
Di nuova prole, e bella,
Vien dunque a noi con quella
Beata face, ond'è contento, e queto
L'animo humano, hor viene
Col piè, ch'a noi apporta dolce bene.

Seneca parimente di lui così dice:
Tu che la notte con felice auspicio
Scacci portando nella destra mano


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