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Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Cartari, Vincenzo Le immagini dei Dei - p. LVIr

Cartari, Vincenzo

Le immagini con la spositione dei Dei degli antichi

Si stringe con cerulei nodi, e questo
Habito alla crudel Furia rinova
Spesso la terza delle tre sorelle,
Che la vita mortal coi lievi stami
Misurano, e Proserpina con lei;
Et ella ambe le man scotendo, in questa
La face porta con funeree fiamme,
In quella ha un fero serpe, onde percuote
L'aria attristando ovunque volge il piede.

Et quando Giunone la manda a levare il senno ad Athamante
così la descrive Ovidio:
Tisifone con viso empio, e inhumano
Si veste la squarciata gonna aspersa
Di brutto sangue, e con furore insano
Torce serpi, dei quali s'attraversa,
E adorna, et arma poi la destra mano
Della face, che fuoco e sangue versa;
La Tema, e lo Spavento l'accompagna,
E 'l mesto Duol, qual par che sempre piagna.

Sono alcuni anchora li quali alle tre Furie già dette aggiongano
la quarta, che chiamano Lissa. Questa significa apò noi rabbia, e
perciò vogliono ch'ella sia che faccia arabbiare e mortali e perdere il
senno. Onde Euripide finge che Iride commandata da Giunone me-
na costei ad Hercole perché lo faccia diventare furioso et arabbia-
to. Ella ha il capo cinto di serpenti e porta uno stimolo, overo una
sferza in mano. Alle Furie potiamo aggiongere le Arpie, perché
credevano gli antichi che mandassero i Dei queste parimente tal'hora
a punire i mortali del loro malvagio operare, le quali stavano pure in
l'Inferno, quantunque Vergilio le facesse una volta habitare le Isole
Strofade nel mare Ionio; ma o quivi od altrove che stessero non im-
porta a me nel dipingerle, e meno a chi vorrà sapere come fossero fat-
te. Havevano queste dunque la faccia di donna assai bella, ma magra,
et il resto del corpo era di uccello, con ali grandi e con adunchi arti-


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