Cartari, Vincenzo
Le immagini con la spositione dei Dei degli antichi
Cielo. E Tibullo fa che vanno con costei le Stelle sue figliuole, il Sonno et
i Sogni quando così dice:
Dativi pur piacer, c'homai la Notte
I suoi destrier ha giunti insieme, e viene
Correndo a noi dalle Cimerie grotte.
E le Stelle di vaga luce piene
Seguono il carro della madre, quali
Il ciel in bel drapello accolte tiene.
Et il Sonno spiegando le negre ali
Va lor dietro, e vi van gl'incerti Sogni
Con piè non fermo, e passi disuguali.
Dalle quali parole si conosce che 'l Sonno parimente haveva l'ali, il
che disse Statio anchora quando si duole che già sono tanti dì ch'ei non
pò dormire, e lo prega che a sé voglia venire homai e scuotergli so-
pra 'l
capo le lievi penne, et il medesimo disse Silio Italico. Oltre di
ciò, il Sonno è giovine, che 'l medesimo Statio lo fa tale, e chiamalo pia-
cevolissimo
di tutti i Dei, come che non sia cosa più grata né che
piaccia più a' mortali dopo le fatiche del riposo che ci apporta il
piacevole sonno, onde Seneca disse così di lui:
O Sonno, almo ristoro alle fatiche
De' mortali, dell'animo quiete,
E del viver human la miglior parte.
O della bella Astrea veloce figlio,
E della Morte languido fratello,
Ch'insieme mesci il vero, e la bugia,
E quel che dee venir chiaro ci mostri
Con certo, e spesso (ohimè) con tristo nuncio.
Padre di tutto, porto della vita.
Riposo della luce, e della Notte
Fido compagno, tu non più risguardi
Al Re ch'al servo, ma vieni egualmente
All'uno e all'altro, e nelle stanche membra
Placido entrando la stanchezza scacci,
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p. LXVr