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Prose » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 763 » Gregorius Nazianzenus - Orationes » Cartari, Vincenzo Le immagini dei Dei - p. LXXXXv

Cartari, Vincenzo

Le immagini con la spositione dei Dei degli antichi


Onde nascono gl'infiniti biasmi ch'ella di sé ode poi tuttodì,
percioché queste cose vanno per lo più a chi meno ne è degno, e chi più
le merita ne resta privato miseramente. Il che, se bene o male sia
lascio considerare a chi pò vedere quanti noiosi pensieri, quanti trava-
gli e quanti pericoli portino seco i beni di questo mondo. Alla qua-
le cosa non mettendo noi mente cerchiamo pur sempre di haverne, e
perché non potiamo satiare il desiderio nostro ci lamentiamo poi della
icona nota Fortuna, la quale secondo la opinione di molti non è, e perciò così dis-
se Giuvenale molto bene di lei:
Ove prudenza sia non ha potere
Alcuno la Fortuna, et il suo nume
È tutto vano, ma noi sciocchi, e stolti
Pur voglian farla Dea, c'habbiti in cielo.

E Lattantio parimente dice che la Fortuna non è altro che un no-
me vano che dimostra il poco sapere degli huomini, accordandosi con
Marco Tullio, il quale prima di lui haveva scritto che fu introdotto
il nome della Fortuna per coprire la ignoranza humana, la quale dà
colpa alla Fortuna di tutto ciò ch'ella non sa renderne ragione. Ma
non meno si ingannarono gli antichi in questa che negli altri Dei, e
perciò la adorarono come Dea dispensatrice di tutti i beni mondani,
e pensarono che da lei venisse anchora il male. Per la qual cosa due
icona nota erano credute le Fortune, una buona, l'altra ria; da quella veniva-
no i beni e le felicità, da questa le disaventure tutte e gli altri ma-
li. Onde viene che hanno tal'hora alcuni fatta la Fortuna con due fac-
cie, l'una era bianca, che mostrava la buona, l'altra, che significa-
va la ria fortuna, era negra. Et a Preneste, ove ella hebbe un tempio
molto celebrato per gli certi risponsi che quindi si riportavano, fu
adorata, secondo che riferisce Alessandro Napolitano, sotto la ima-
gine di due sorelle. Nientedimeno per lo più si tiene che una sola-
mente sia la Fortuna, la quale verrò dipingendo secondo i varii dise-
gni lasciatici dagli Scrittori, cominciando da quello che mette Pau-
sania, ove scrive che tra le memorie degli antichi non si trova statoa
alcuna della Fortuna più antica di quella che fece Bupalo, architetto
e scultore eccellente, agli Smirnei gente della Grecia, in forma di


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