Cartari, Vincenzo
Le immagini con la spositione dei Dei degli antichi
ché 'l ragionare degl'inamorati così è mozzo et imperfetto co-
me
quello dei fanciulli; la quale cosa mostra Virgilio in Didone quan-
do
dice:
Incomincia talhor a ragionare,
E nel mezzo del dir, lassa, s'arresta.
Ha poi l'ali per mostrare la leggerezza degli amanti, presti a mu-
tarsi
di volere, come nella medesima Didone si pò vedere, la quale ap-
presso
di Vergilio pur anche pensa di dare morte a colui che prima ama-
va
cotanto. E Terentio benissimo mostrò la poca fermezza degl'ina-
morati,
quando disse. Questi mali tutti sono in Amore, ingiurie, sospet-
ti,
inimicitie, tregua, guerra, e pace anco poi.
Onde il Petrarca, poscia
che ha raccontati varii e diversi affetti amorosi, così conclude:
Insomma so come è inconstante, e vaga,
Timida, ardita vita degli amanti,
Con poco dolce molto amaro appaga.
Porta Amore le saette, overo perché queste parimente sono
veloci, né sempre vanno a ferire ove sono indrizzate, come hab-
biamo
detto degl'inamorati che sono prestissimi a mutarsi di vole-
re,
né sempre ponno arrivare a quello che più bramano, overamente
perché come elle sono acute e pungono, così le punture della conscien-
za
dopo l'havere peccato ci traffigono l'animo, che dopo il fatto co-
nosce
di havere operato male. O pure s'intende per le saette d'Amo-
re
la prestezza con ch'egli scende nel cuore de' mortali. Percioché
ad uno sguardo solamente, senza quasi avedersene pure, resta l'huo-
mo
tal'hora tanto acceso della bellezza altrui, che gli pare essere già
tutto di fuoco. La quale cosa credo io che volesse mostrare colui che
fece Cupido con il fulmine in mano, che non si sa chi e' fosse, come
scrive Plinio che lo portava Alcibiade nello scudo, et un tale n'era
parimente in Roma nella curia di Ottavia, quale dicevano alcuni che
fu fatto per Alcibiade poscia ch'egli così lo portava nello scudo, vo-
lendo
in quel modo mostrare la bellezza di lui, che fu bellissimo;
quasi che come Giove, di cui è proprio il fulmine, è maggiore di
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p. CVIr