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Origenes - In Evangelium Johannis » Machiavelli, Niccolò Historie Fiorentine - p. 184v

Machiavelli, Niccolò

Historie Fiorentine


rii: onde che molti di quelli che li havieno per gratia al-
cuna cosa donata di grande prezo, come cosa prestata adi-
mandavano, et quelli altri che solevano infino al cielo
lodarlo, come huomo ingrato et violento lo biasimava-
no. Tal che si pentì tardi non havere a Niccolò Sederini
creduto; cercò più tosto di morire con le armi in mano ho-
norato, che vivere intra i vittoriosi suoi nimici dishonora-
to. Quelli che si trovavano cacciati cominciarono a pen-
sare intra loro varii modi di riacquistare quella Città che
non si haveano saputa conservare. Messer Agnolo Acciaiuo-
li non dimeno, trovandosi a Napoli, prima che pensassi di
muovere cosa alcuna, volle tentare lo animo di Piero per
vedere se poteva sperare di riconciliarsi seco, et scrissegli una
littera in questa sentenza: Io mi rido de' giuochi della fortu-
na, et come a sua posta ella fa gli amici diventare nimi-
ci et gli nimici amici. Tu ti puoi ricordare come, nello esi-
lio di tuo padre, stimando più quella ingiuria che i peri-
coli miei, io ne perdei la patria et fui per perderne la vi-
ta; né ho mai, mentre sono vivuto con Cosimo, mancato di
honorare et favorire la casa vostra, né dopo la sua morte
ho avuto animo di offenderti. Vero è che la tua mala com-
plessione, la tenera età de' tuoi figliuoli in modo mi sbigot-
tivano, che io giudicai che fusse da dare tal forma allo sta-
to che, dopo la tua morte, la patria nostra non rovinasse.
Da questo sono nate le cose fatte, non contro a te, ma in be-
nificio della patria mia, il che se pure è stato errore, merita
et della mia buona mente et dall'opere mie passate esse-
re cancellato. Né posso credere, havendo la casa tua trova-
to in me tanto tempo tanta fede, non trovare hora in <t>e
misericordia et che tanti mia meriti da uno solo fallo deb-
bino essere distrutti. Piero, ricevuta questa lettera, così rispo-
se: Il ridere tuo costì è cagione che io non pianga, perché
se tu ridessi a Firenze, io piangerei a Napoli. Io confesso
che tu hai voluto bene a mio padre, et tu confessarvi di ha-
verne da quello ricevuto: in modo che tanto più era l'o-
bligo tuo che il nostro, quanto si debbano stimare più i


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