Machiavelli, Niccolò

Historie Fiorentine

rentini. I quali in questi tempi havendo condotto le lo-
ro genti, in numero di VIII mila soldati, sotto Astore
di Faenza et Gismondo Malatesti, verso il Castello di
Colle, le tenevano discosto al nimico, temendo che le non
fussino necessitate di venire a giornata, perché giudica-
vano, non perdendo quella, non potere perdere la guer-
ra, perché le piccole Castella, perdendole, con la pace si
ricuperano, et delle terre grosse erano sicuri, sapiendo
che il nimico non era per assalirle. Haveva ancora il Re
una armata di circa XX legni, tra Galere et Fuste, ne'
mari di Pisa, et mentre che per terra la Castellina si com-
batteva, pose questa armata alla Roccha di Vada, et
quella per poca diligenza del Castellano occupò; per il
che i nimici di poi il paese allo intorno molestavano, la
quale molestia si levò via facilmente per alcuni soldati che
i Fiorentini mandarono a Campiglia, i quali tenevano i
nimici stretti alla marina. Il Pontefice intra queste guer-
re non si travagliava se non in quanto e' credeva pote-
re mettere accordo intra le parti, et benché e' si astenesse
dalla guerra di fuori, fu per trovarla più pericolosa in ca-
sa. Viveva in quelli tempi un Messer Stefano Porcari, Cit-
tadino Romano, per sangue et per dottrina, ma molto
più per e<c>cellenza di animo, nobile. Desidrava costui, es-
sendo il costume de gl'huomini che appetiscono gloria,
o fare o tentare almeno qualche cosa degna di memoria,
et giudicò non potere tentare altro che vedere se po-
tesse trarre la patria sua di mano de' Prelati et ridurla
nello anticho vivere, sperando per questo, quando gli riu-
scisse, essere chiamato nuovo fondatore et secondo padre
di quella Città. Facevali sperare di questa impresa felice
fine i malvagi costumi de' prelati et la mala conten-
tezza de' Baroni et popolo Romano, ma sopra tutto gne-
ne davano speranza quelli versi del Petrarcha nella can-
zona che comincia:

Spirto gentil che quelle membra reggi, dove dice

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