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Aristoteles - Sophistici elenchi » Svetonius Tranquillus, Gaius - De vita Caesarum » Machiavelli, Niccolò Historie Fiorentine - p. 164r

Machiavelli, Niccolò

Historie Fiorentine


Sopra il monte Tarpeio, canzon, vedrai
Un cavallier ch'Italia tutta honora
Pensoso più d'altrui che di se stesso.

Sapeva Messer Stefano molte volte i poeti essere di spirito
divino et profetico ripieni: tal che giudicava dovere ad
ogni modo intervenire quella cosa che il Petrarcha in
quella Canzona profetizzava, et essere egli quello che do-
vesse essere di sì gloriosa impresa esecutore, parendogli, per
eloquentia, per dottrina, per gratia et per amici, esse-
re superiore ad ogni altro Romano. Caduto adunque
in questo pensiero, non potette in modo cauto governarsi
che con le parole, con le usanze et con il modo del vivere
non si scoprisse, talmente che divenne sospetto al Ponte-
fice, il quale, per torgli commodità a potere operare male,
lo confinò a Bologna et al governatore di quella Città
commisse che ciascuno giorno lo rassegnasse. Non fu Messere
Stefano per questo primo intoppo sbigottito, anzi con mag-
giore studio seguitò l'impresa sua, et per quelli mezi pote-
va più cauti tenne pratiche con li amici, et più volte an-
dò et tornò da Roma con tanta celerità ch'gliera a tem-
po a rappresentarsi al Governatore intra i termini coman-
dati. Ma da poi ch'gli parve havere tratti assai huomi-
ni alla sua volontà, diliberò di non differire a tentare la
cosa, et comisse alli amici i quali erano in Roma che
in uno tempo determinato una splendida cena ordinasse-
ro, dove tutti i congiurati fussino chiamati, con ordine
che ciascheduno havesse seco i più fidati amici, et promes-
se di essere con loro avanti che la cena fusse fornita. Fu or-
dinato tutto secondo lo avviso suo, et Messer Stefano era
già arrivato nella casa dove si cenava, tanto che fornita
la cena, vestito di drappo d'oro, con collane et altri orna-
menti che li davano maestà et riputatione, comparse in-
tra i convivianti, et quelli abbracciati, con una lunga ora-
tione gli confortò a fermare lo animo et disporsi a sì gloriosa
impresa. Di poi divisò il mo<n>do, et ordin<ò> che una parte di


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