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Indice di Monarchia

Alighieri, Dante

Monarchia

Prohemio di Marsilio Ficino florentino sopra la Monarchia di Dante, tradotta da ·llui di latino in lingua toschana, a Bernardo del Nero et Antonio di Tuccio Manetti, ciptadini florentini. p. 327
[Libro I] p. 328
Comincia la Monarchia di Dante Alighieri, et prima el proemio dov'egli anunzia dovere dare notitia di detta tenporale monarchia. Capitolo I p. 328
Notitia che ·cchosa sia la tenporale monarchia. Capitolo II p. 329
Che la presente materia nonn–è solamente civile, ma fonte di civilità, et principalmente all'operatione ordinata. Capitolo III p. 330
Dichiara quale è l'ultimo fine della civiltà. Capitolo IV p. 330
Come cholla pacie la generatione humana viene alla sua tranquilità. Capitolo V p. 332
Come la pacie si dee tenere per segnio stabile et ordinato, al quale ciò che si pruova si riducha come a una verità manifesta. Capitolo VI p. 333
Se al bene essere del mondo la tenporale monarchia è ordinata. Capitolo VII p. 333
Come quella conditione che è la parte al tutto, quella à l'ordine partichulare a l'ordine universale. Capitolo VIII p. 335
Come la università humana è un tutto inverso alcune parti ed è alchuna parte inverso ad alcuno tutto. Capitolo IX p. 336
Come ogni cosa sta bene che è secondo la 'ntenzione del primo actore, che è Iddio. Capitolo X p. 336
Come ottime sta ogni figliuolo quando, secondo la forza della propria natura, seghuita le vestigie del padre perfetto. Capitolo XI p. 337
Che dovunque può essere litigio, ivi debbe essere giudicio. Capitolo XII p. 337
Come el mondo è optime disposto quando in lui la giustitia è potentissima. Capitolo XIII p. 338
Come la humana generatione, quand'è massime libera, ottimamente vive. Capitolo XIV p. 341
Come cholui che ppuò essere ottimamente disposto a regere può optime disporre gli altri. Capitolo XV p. 343
Come quello che ·ssi può fare per uno, meglio è a ·ffarlo per uno che per molti. Capitolo XVI p. 345
Chome l'essere, l'uno et el bene ànno tra ·lloro ordine. Capitolo XVII p. 347
Come Cristo nel suo avenimento elesse el tenpo della tranquilla pace overamente la dispuose. Capitolo XVIII p. 349
[Libro II] p. 350
Proemio del secondo libro della Monarchia di Dante, et preparatione a mostrare se 'l popolo romano di ragione s'à presa la degnità dello inperio, che ·ssi dicie 'monarchia'. Capitolo I p. 350
Che verità è quella, nella quale le ragioni della presente inquisitione, come in principio suo, si riduchono. Capitolo II p. 352
Che 'l romano populo non usurpò, ma di ragione prese lo 'nperio sopra tutti e mortali. Capitolo III p. 353
Che quello che alla perfetione sua è aiutato da miracoli è da Dio voluto. Capitolo IV p. 356
Che colui che diriza el pensiero suo al bene della repubricha diriza el pensiero al fine della ragione. Capitolo V p. 358
Che ·cchi pretende el fine della ragione, chon la ragione proccede. Capitolo VI p. 362
Che quello che per natura è ordinato, per ragione s'osserva; et come el romano popolo da la natura fu ordinato a inperare. Capitolo VII p. 363
Che 'l giudicio divino nelle cose occhulte può essere manifesto in due modi: o per ragione, o per fede. Capitolo VIII p. 365
Che 'l popolo romano, che avanzò tutti gli altri popoli nel corere allo inperio, per divina ragione avanzò. Capitolo IX p. 367
Che quello che s'aquista per duello, per ragione s'aquista. Capitolo X p. 370
Che se lo 'nperio romano non fu per ragione, el pecchato d'Adamo in Cristo non fu punito. Capitolo XI p. 375
[Libro III] p. 376
Proemio del terzo libro della Monarchia di Dante, et preparatione a mostrare che l'autorità del monarcha overo inperio dipende da Dio sanza alchuno mezzo. Capitolo I p. 376
Che Iddio non vuole quello che ripugnia alla natura. Capitolo II p. 378
Come tre generationi di huomini fano resistenza a quello che in questo libro s'intende di provare, che è che l'autorità dello inperio dipende da Dio sanza alchuno mezo. Le quali generationi sono queste: el papa et alcuni altri pastori, la prima; diverse generationi di sacerdoti et riligiosi prusuntuosi, ingnioranti et cupidissimi, la seconda; alcuni altri chiamati decretisti, ingnioranti di teologia et filosophia, la terza. Capitolo III p. 379
Confuta certe hoppenioni colle quali alcuni inpugniano contro alla autorità dello 'nperio. Capitolo IV p. 382
Confuta che la figura de' figliuoli di Giacob, cioè Levi et Giuda, non è figura del pastore et del monarcha. Capitolo V p. 386
Confuta che Samuello nella Scriptura non fighura el papa, et Saul non fighura lo inperadore. Capitolo VI p. 387
Confuta che ·llo incenso et l'oro che ·ffu portato da' Magi a Cristo non fighura nel pastore la signioria delle cose tenporali et spirituali. Capitolo VII p. 388
Che quel detto di Cristo a Pietro nel Vangelo, «Ciò che tu legherai e scioglierai in terra sarà leghato e sciolto in cielo», non denota però che 'l sucessore di Pietro per concessione di Dio possa solvere le leggi e dicreti dello inperio et ancora solvere et leghare le leggi et dicreti del tenporale ghoverno. Capitolo VIII p. 389
Che' due coltelli di Pietro nel Vangelo di Lucha non denotano né significhano el regimento spirituale et tenporale. Capitolo IX p. 391
Che la concessione di Gostantino inperadore a Santo Salvestro papa di Roma et d'altre degnità d'inpero, secondo el detto d'alcuni, non è di ragione; et però el sucessore di Salvestro non le può dare ad altri. Capitolo X p. 394
Che quel detto d'Aristotile nel X della Metafisicha, 'Tutte le cose che ·ssono d'un genere si riducono a uno, che è misura di tutte le cose che ·ssono sotto quello genere', non conchiude che in quanto alle cose tenporali lo 'nperadore sia sotto el papa. Capitolo XI p. 398
Pruova che ·lla autorità dello inperio non è dal papa, per questa ragione: che quello sanza l'essere del quale è altra cosa, quell'altra cosa da questa non dipende. Capitolo XII p. 400
Pruova che ·lla chiesa non à virtù di dare autorità al prencipe romano, perch'ela non l'ha né da ·dDio, né da ·ssé, né da altro inperadore, né da tutto el consentimento de' mortali, né dalla magiore parte. Capitolo XIII p. 402
Che quello che è contro alla natura d'alcuna cosa, non è nel numero delle sue virtù. Capitolo XIV p. 403
Che ·llo inperadore à rispetto santa mezo a Dio, prencipe dello huniverso. Capitolo XV p. 405