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Indice di Del Senso delle Cose

Campanella, Tommaso

Del Senso delle Cose

Libro I p. 1
Cap. l°. Ciņ ch'č negli effetti esser nelle cause, e perņ gli elementi e il mondo sentire. p. 1
Cap. 2°. Nullo argomento militare contro la prima proposizione. p. 2
Cap. 3°. Malamente Lucrezio negare il senso alle cose; peggio Galeno; e che han detto i pił savī. p. 6
Cap. 4°. Il senso essere percezione di passione con discorso di cosa esistente in atto, e non informazione di pura potenza; e le sue differenze. p. 10
Cap. 5°. Dall'azioni e passioni degli enti, tutti sentir si prova, e senza senso il mondo sarebbe caos, nč generazione nč corruzione si vederebbe. p. 12
Cap. 6°. La risposta d'altri scienziati contro il senso delle cose contener errori notabili. p. 14
Cap. 7°. L'istinto essere impulso di natura senziente, e chi afferma l'uno, esser forzato l'altro asserire. p. 17
Cap. 8°. Tutti accidenti che per istinto avvengono, essere effetti del senso delle parti e di tutto il mondo. p. 22
Cap. 9°. Tutti gli enti aborrire il vacuo, dunque sentire e godere del contatto reciproco, e il mondo esser animale. p. 26
Cap. 10°. Darsi vacuo per violenza, non per natura, e provarsi il senso contra Aristotile. p. 27
Cap. 11°. Ogni natura sentire, se proibisce il vacuo contra Aristotile. p. 28
Cap. 12°. Lo spazio aver senso attirattivo, e le cose piuttosto amarlo che aborrirlo. p. 29
Cap. 13°. Il mondo essere animale mortale, e quel che puņ essere fuor di lui. p. 31
Libro II p. 37
Cap. 1°. Quel che resta, e come s'ha da dire. p. 37
Cap. 2°. Del senso della materia. p. 37
Cap. 3°. Che nč anima, nč senso e nulla altra forma escano dal grembo della materia, ma dalla virtł dell'agente. p. 41
Cap. 4°. Dalla fabrica e dal nascimento dell'animale, si mostra l'anima esser spirito sottile, caldo, mobile, atto a patire, e sentire per questo. p. 43
Cap. 5°. Dalle spontanee generazioni e loro eventi il medesimo si prova. p. 45
Cap. 6°. Scioccamente Aristotile attribuire la produzione dell'anima e fabrica del corpo al moto del generante. p. 48
Cap. 7°. Dalla morte e altre passioni dell'animale si prova il medesimo. p. 49
Cap. 8°. Gli enti tutti dal calore esser mossi, e l'anima mobile sensitiva essere spirito caldo. p. 53
Cap. 9°. Lo spirito medesimo esser anima conoscente, irascibile e concupiscibile e motrice. p. 56
Cap. 10°. Dalla concozione e nutrizione e aumento e decremento lo spirito esser anima e operare come agente principale. p. 63
Cap. 11°. Diverse maniere di sentire e significare, provano consenso in ogni cosa. p. 65
Cap. 12°. Tutti li sensi esser tatto, ma li sensorii e modi differire. p. 68
Cap. 13°. Ossa, peli, nervi, sangue e spirito, tutti sentire, contra Aristotile. p. 74
Cap. 14°. Posizione de' Peripatetici intorno al senso e sensazione. p. 78
Cap. 15°. Non potersi far senso per informazion perfettiva solo, come Aristotile disse, nč ci esser senso agente, nč il senso pura potenza incorporea, ma ente passibile, e sentire per mutazione poca e per argomento. p. 79
Cap. 16°. Se il senso fosse potenza passiva incorporea indivisibile, come Aristotile dice, non potrģa sentir pił che una volta, nč molte cose insieme e contrarie nelle loro sembianze; ma al corpo sottile tutto questo conviene. p. 86
Cap. 17°. In diversi sensorii non diverse potenze informatrici, ma uno medesimo spirito corporeo sentire e conferir gli oggetti, perchč camina per tutti et č il medesimo senziente, e non per altro senso commune si satisfą ad Aristotile e si convince. p. 90
Cap. 18°. Che l'anima non sia forma del corpo, ma signora altri che la mente umana. p. 93
Cap. 19°. Opinion di Peripatetici che d'un'anima indivisibile secondo loro fanno molte anime o parti o potenze diverse. p. 96
Cap. 20°. La memoria star nello spirito senziente, e il medesimo sentire e ricordarsi. p. 98
Cap. 21°. La medesima anima senziente e memorativa esser l'imaginativa e discorsiva. p. 101
Cap. 22°. L'anima senziente pur intendere, e da questo provarsi intelletto astratto e immortale, uno ne' molti, dagli argomenti contrarii de' Peripatetici. p. 105
Cap. 23°. Ne gli animali senso, memoria, discorso e giudizio sensitivo trovarsi, ma non mentale razionale umano. p. 111
Cap. 24°. Varie opinioni dell'anima umana. p. 116
Cap. 25°. Dell'immortalitą, e divinitą dell'uomo. p. 118
Cap. 26°. Tutte cose essere e operare come instrumenli della prima causa e il sommo bene essere l'eternitą d'essere, che ogni ente brama e conseguisce nel suo modo. p. 127
Cap. 27°. Dall'imitazione dell'Autor della natura l'uomo con quello convenire. p. 134
Cap. 28°. Si risponde a' Pitagorici e altri opinanti dell'anima umana. p. 136
Cap. 29°. Risposta et epilogo delle opere che mostrano l'uomo immortale. p. 140
Cap. 30°. Il senso conoscenza vera, la memoria languida, il discorso strano, l'intelligenza lontana, e la mente umana tutti communi averli con lo spirito; esser di lui forma immor tale; e nullo argomento contra questa dottrina valere. p. 143
Cap. 31°. Dell'oblio e inganno e passione della mente, fisionomia e vizii e virtudi. p. 156
Cap. 32°. Se l'anima del mondo ci sia e perchč sia. p. 160
Libro III p. 163
Cap. 1°. Il cielo e le stelle esser ignei e senzienti. p. 163
Cap. 2°. Il cielo e le stelle moto regolare e irregolare dalla propria virtł sensitiva, dalla conservazione propria avere in commune e particolare. p. 167
Cap. 3°. Che il cielo si muova dalla propria virtł e le stelle da sč intra lui, e forse aver menti angeliche che l'attivano il moto. p. 171
Cap. 4°. Del senso delle stelle e degli abitatori loro, e perchč a noi si celano. p. 173
Cap. 5°. Del senso della luce, del fuoco, della tenebra, del freddo e della terra. p. 175
Cap. 6°. Del senso dell'aria e de' venti simile allo spirito animale. p. 179
Cap. 7°. L'aria esser spirito commune e portar la conoscenza tra li spiriti particolari chiusi negli animali. p. 182
Cap. 8°. Dalla profezia degli animali necessaria a loro, e dall'umana all'uomo si vede la nostra divinitą. p. 184
Cap. 9°. L'aria infarsi delle cose presenti e future e communicarle in sogno a noi e come noi sentire p. 188
Cap. 10°. Della sagacitą de' malinconici puri e impuri e demonoplessia e consentimento dell'aria. p. 193
Cap. 11°. La profezia naturale nello spirito, la sopranaturale nella mente farsi, e Aristotile e Galeno malmente confonderle; e delle Sibille e Pitonisse. p. 197
Cap. 12°. Tutte l'acque e liquori sentire, e la simpatia e nemicizia loro. p. 203
Cap. 13°. Del senso delle pietre e metalli, amicizia e nemicizia loro. p. 208
Cap. 14°. Del senso delle piante, e dell'amicizia e nemicizia tra loro e con l'altre cose. p. 213
Libro IV p. 221
Cap. 1°. Della magia in commune, e sua divisione. p. 221
Cap. 2°. La magia sopranaturale consistere nell'amicizia del Creatore, nč potersi commendare alle Creature, nč far miracoli se non dalla parte di Dio. p. 224
Cap. 3°. I miracoli fatti senza l'amicizia divina non esser veri miracoli, ma natural magia o diabolica o astuzia usata con chi non l'intende. p. 231
Cap. 4°. I miracoli de' Circolatori esser giuochi d'astuzia e molti contener sapienza, e la differenza tra miracoli apparenti e veri. p. 238
Cap. 5°. Tutte scienze e arti servire alla magia naturale, ma alcune pił principalmente. p. 241
Cap. 6°. Li affetti naturali che muove il Mago per venire al suo effetto. p. 242
Cap. 7°. Magia naturale di allungare e abbreviare la vita in universale. p. 243
Cap. 8°. Nei cadaveri senso ritrovarsi. p. 253
Cap. 9°. Nelli enti sfatti restar senso antecedente e nuovo; prove mirabili in magia. p. 256
Cap. 10°. Non solo rimanere il senso lontano del senziente o poich'č sfatto, ma anco moltiplicarsi, e altri in sč convertire, si prova nella morsura della tarantola di Puglia e de' cani rabbiosi, e si scuopre gran magia occulta da nullo fin mo intesa. p. 259
Cap. 11°. Dalla legge della lepra Moisč addita che il senso e l'affetto si comunichi e moltiplichi, pur tra cose dissimilissime e lontane, e il consenso si comproba. p. 274
Cap. 12°. Regole universali di trovare l'introduzione e mutanza delli affetti. p. 276
Cap. 13°. Regole d'applicar animali, piante e minerali ad uso magico. p. 279
Cap. 14°. Dall'occhio procedere forza trasmutativa e per consenso attiva. p. 284
Cap. 15°. Varie apparenze e illusioni far l'arte e l'astuzia alla vista servendosi della natura. p. 286
Cap. 16°. I suoni e le parole, in quanto moti e in quanto segni, avere forza magica, stupenda e certa. p. 292
Cap. 17°. La parola aver qualche forza nell'assente e le cerimonie, e malie, ma spesso intromettersi i Demonii per inganno. p. 298
Cap. 18°. Magia della Generazione. p. 303
Cap. 19°. Esser necessaria l'Astrologia al mago buono e la sua forza. p. 315
Epilogo del Senso dell'Universo p. 330