Libro I |
p. 1 |
Cap. l°. Ciņ ch'č negli effetti esser nelle cause, e perņ gli elementi e il mondo sentire. |
p. 1 |
Cap. 2°. Nullo argomento militare contro la prima proposizione. |
p. 2 |
Cap. 3°. Malamente Lucrezio negare il senso alle cose; peggio Galeno; e che han detto i pił savī. |
p. 6 |
Cap. 4°. Il senso essere percezione di passione con discorso di cosa esistente in atto, e non informazione di pura potenza; e le sue differenze. |
p. 10 |
Cap. 5°. Dall'azioni e passioni degli enti, tutti sentir si prova, e senza senso il mondo sarebbe caos, nč generazione nč corruzione si vederebbe. |
p. 12 |
Cap. 6°. La risposta d'altri scienziati contro il senso delle cose contener errori notabili. |
p. 14 |
Cap. 7°. L'istinto essere impulso di natura senziente, e chi afferma l'uno, esser forzato l'altro asserire. |
p. 17 |
Cap. 8°. Tutti accidenti che per istinto avvengono, essere effetti del senso delle parti e di tutto il mondo. |
p. 22 |
Cap. 9°. Tutti gli enti aborrire il vacuo, dunque sentire e godere del contatto reciproco, e il mondo esser animale. |
p. 26 |
Cap. 10°. Darsi vacuo per violenza, non per natura, e provarsi il senso contra Aristotile. |
p. 27 |
Cap. 11°. Ogni natura sentire, se proibisce il vacuo contra Aristotile. |
p. 28 |
Cap. 12°. Lo spazio aver senso attirattivo, e le cose piuttosto amarlo che aborrirlo. |
p. 29 |
Cap. 13°. Il mondo essere animale mortale, e quel che puņ essere fuor di lui. |
p. 31 |
Libro II |
p. 37 |
Cap. 1°. Quel che resta, e come s'ha da dire. |
p. 37 |
Cap. 2°. Del senso della materia. |
p. 37 |
Cap. 3°. Che nč anima, nč senso e nulla altra forma escano dal grembo della materia, ma dalla virtł dell'agente. |
p. 41 |
Cap. 4°. Dalla fabrica e dal nascimento dell'animale, si mostra l'anima esser spirito sottile, caldo, mobile, atto a patire, e sentire per questo. |
p. 43 |
Cap. 5°. Dalle spontanee generazioni e loro eventi il medesimo si prova. |
p. 45 |
Cap. 6°. Scioccamente Aristotile attribuire la produzione dell'anima e fabrica del corpo al moto del generante. |
p. 48 |
Cap. 7°. Dalla morte e altre passioni dell'animale si prova il medesimo. |
p. 49 |
Cap. 8°. Gli enti tutti dal calore esser mossi, e l'anima mobile sensitiva essere spirito caldo. |
p. 53 |
Cap. 9°. Lo spirito medesimo esser anima conoscente, irascibile e concupiscibile e motrice. |
p. 56 |
Cap. 10°. Dalla concozione e nutrizione e aumento e decremento lo spirito esser anima e operare come agente principale. |
p. 63 |
Cap. 11°. Diverse maniere di sentire e significare, provano consenso in ogni cosa. |
p. 65 |
Cap. 12°. Tutti li sensi esser tatto, ma li sensorii e modi differire. |
p. 68 |
Cap. 13°. Ossa, peli, nervi, sangue e spirito, tutti sentire, contra Aristotile. |
p. 74 |
Cap. 14°. Posizione de' Peripatetici intorno al senso e sensazione. |
p. 78 |
Cap. 15°. Non potersi far senso per informazion perfettiva solo, come Aristotile disse, nč ci esser senso agente, nč il senso pura potenza incorporea, ma ente passibile, e sentire per mutazione poca e per argomento. |
p. 79 |
Cap. 16°. Se il senso fosse potenza passiva incorporea indivisibile, come Aristotile dice, non potrģa sentir pił che una volta, nč molte cose insieme e contrarie nelle loro sembianze; ma al corpo sottile tutto questo conviene. |
p. 86 |
Cap. 17°. In diversi sensorii non diverse potenze informatrici, ma uno medesimo spirito corporeo sentire e conferir gli oggetti, perchč camina per tutti et č il medesimo senziente, e non per altro senso commune si satisfą ad Aristotile e si convince. |
p. 90 |
Cap. 18°. Che l'anima non sia forma del corpo, ma signora altri che la mente umana. |
p. 93 |
Cap. 19°. Opinion di Peripatetici che d'un'anima indivisibile secondo loro fanno molte anime o parti o potenze diverse. |
p. 96 |
Cap. 20°. La memoria star nello spirito senziente, e il medesimo sentire e ricordarsi. |
p. 98 |
Cap. 21°. La medesima anima senziente e memorativa esser l'imaginativa e discorsiva. |
p. 101 |
Cap. 22°. L'anima senziente pur intendere, e da questo provarsi intelletto astratto e immortale, uno ne' molti, dagli argomenti contrarii de' Peripatetici. |
p. 105 |
Cap. 23°. Ne gli animali senso, memoria, discorso e giudizio sensitivo trovarsi, ma non mentale razionale umano. |
p. 111 |
Cap. 24°. Varie opinioni dell'anima umana. |
p. 116 |
Cap. 25°. Dell'immortalitą, e divinitą dell'uomo. |
p. 118 |
Cap. 26°. Tutte cose essere e operare come instrumenli della prima causa e il sommo bene essere l'eternitą d'essere, che ogni ente brama e conseguisce nel suo modo. |
p. 127 |
Cap. 27°. Dall'imitazione dell'Autor della natura l'uomo con quello convenire. |
p. 134 |
Cap. 28°. Si risponde a' Pitagorici e altri opinanti dell'anima umana. |
p. 136 |
Cap. 29°. Risposta et epilogo delle opere che mostrano l'uomo immortale. |
p. 140 |
Cap. 30°. Il senso conoscenza vera, la memoria languida, il discorso strano, l'intelligenza lontana, e la mente umana tutti communi averli con lo spirito; esser di lui forma immor tale; e nullo argomento contra questa dottrina valere. |
p. 143 |
Cap. 31°. Dell'oblio e inganno e passione della mente, fisionomia e vizii e virtudi. |
p. 156 |
Cap. 32°. Se l'anima del mondo ci sia e perchč sia. |
p. 160 |
Libro III |
p. 163 |
Cap. 1°. Il cielo e le stelle esser ignei e senzienti. |
p. 163 |
Cap. 2°. Il cielo e le stelle moto regolare e irregolare dalla propria virtł sensitiva, dalla conservazione propria avere in commune e particolare. |
p. 167 |
Cap. 3°. Che il cielo si muova dalla propria virtł e le stelle da sč intra lui, e forse aver menti angeliche che l'attivano il moto. |
p. 171 |
Cap. 4°. Del senso delle stelle e degli abitatori loro, e perchč a noi si celano. |
p. 173 |
Cap. 5°. Del senso della luce, del fuoco, della tenebra, del freddo e della terra. |
p. 175 |
Cap. 6°. Del senso dell'aria e de' venti simile allo spirito animale. |
p. 179 |
Cap. 7°. L'aria esser spirito commune e portar la conoscenza tra li spiriti particolari chiusi negli animali. |
p. 182 |
Cap. 8°. Dalla profezia degli animali necessaria a loro, e dall'umana all'uomo si vede la nostra divinitą. |
p. 184 |
Cap. 9°. L'aria infarsi delle cose presenti e future e communicarle in sogno a noi e come noi sentire |
p. 188 |
Cap. 10°. Della sagacitą de' malinconici puri e impuri e demonoplessia e consentimento dell'aria. |
p. 193 |
Cap. 11°. La profezia naturale nello spirito, la sopranaturale nella mente farsi, e Aristotile e Galeno malmente confonderle; e delle Sibille e Pitonisse. |
p. 197 |
Cap. 12°. Tutte l'acque e liquori sentire, e la simpatia e nemicizia loro. |
p. 203 |
Cap. 13°. Del senso delle pietre e metalli, amicizia e nemicizia loro. |
p. 208 |
Cap. 14°. Del senso delle piante, e dell'amicizia e nemicizia tra loro e con l'altre cose. |
p. 213 |
Libro IV |
p. 221 |
Cap. 1°. Della magia in commune, e sua divisione. |
p. 221 |
Cap. 2°. La magia sopranaturale consistere nell'amicizia del Creatore, nč potersi commendare alle Creature, nč far miracoli se non dalla parte di Dio. |
p. 224 |
Cap. 3°. I miracoli fatti senza l'amicizia divina non esser veri miracoli, ma natural magia o diabolica o astuzia usata con chi non l'intende. |
p. 231 |
Cap. 4°. I miracoli de' Circolatori esser giuochi d'astuzia e molti contener sapienza, e la differenza tra miracoli apparenti e veri. |
p. 238 |
Cap. 5°. Tutte scienze e arti servire alla magia naturale, ma alcune pił principalmente. |
p. 241 |
Cap. 6°. Li affetti naturali che muove il Mago per venire al suo effetto. |
p. 242 |
Cap. 7°. Magia naturale di allungare e abbreviare la vita in universale. |
p. 243 |
Cap. 8°. Nei cadaveri senso ritrovarsi. |
p. 253 |
Cap. 9°. Nelli enti sfatti restar senso antecedente e nuovo; prove mirabili in magia. |
p. 256 |
Cap. 10°. Non solo rimanere il senso lontano del senziente o poich'č sfatto, ma anco moltiplicarsi, e altri in sč convertire, si prova nella morsura della tarantola di Puglia e de' cani rabbiosi, e si scuopre gran magia occulta da nullo fin mo intesa. |
p. 259 |
Cap. 11°. Dalla legge della lepra Moisč addita che il senso e l'affetto si comunichi e moltiplichi, pur tra cose dissimilissime e lontane, e il consenso si comproba. |
p. 274 |
Cap. 12°. Regole universali di trovare l'introduzione e mutanza delli affetti. |
p. 276 |
Cap. 13°. Regole d'applicar animali, piante e minerali ad uso magico. |
p. 279 |
Cap. 14°. Dall'occhio procedere forza trasmutativa e per consenso attiva. |
p. 284 |
Cap. 15°. Varie apparenze e illusioni far l'arte e l'astuzia alla vista servendosi della natura. |
p. 286 |
Cap. 16°. I suoni e le parole, in quanto moti e in quanto segni, avere forza magica, stupenda e certa. |
p. 292 |
Cap. 17°. La parola aver qualche forza nell'assente e le cerimonie, e malie, ma spesso intromettersi i Demonii per inganno. |
p. 298 |
Cap. 18°. Magia della Generazione. |
p. 303 |
Cap. 19°. Esser necessaria l'Astrologia al mago buono e la sua forza. |
p. 315 |
Epilogo del Senso dell'Universo |
p. 330 |