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Indice di Le divine lettere

Ficino, Marsilio

Le divine lettere del gran Marsilio Ficino

Tomo I p. 1
[Frontespizio] p. 1
[Epistola dedicatoria di Felice Figliucci] p. 2
Tavola dei titoli p. 6
Tavola delle materie p. 16
Libro primo p. 24
Al Magnanimo Giuliano de' Medici p. 24
Si mostra il desiderio de la felicità p. 25
Si mostra qual sia la via de la felicità p. 26
Ringratia, et mostra che l'imitatione è meglio che la lettione p. 29
Dialogo Teologico, tra Iddio, et l'anima p. 30
Si mostra la legge, et la giustitia p. 37
Si disputa del furore divino p. 39
Si scusa la Lunghezza p. 49
Si tratta dell'indovinare, e divinità dell'anima humana p. 50
Modo di lodare sanza adulatione p. 52
Si mostra l'utile de la vita solitaria p. 52
Si mostra la modestia d'un componitore p. 53
Lodi delli Interpreti di Platone p. 54
Esortatione a la Scienza p. 56
Consolatoria ne la morte d'uno Amico p. 57
Si mostra che bisogna esser breve ne lo scrivere p. 58
Mostra che le lode d'un'opera non si contengono ne le parole d'altrui, ma ne la bontà et perfettione de l'opera p. 59
Qual sia la dritta via di cercare Iddio p. 60
Qual sia un huomo sapiente e felice p. 60
Che l'è meglio scrivere cose buone che molte p. 61
Esortazione a la scienza p. 63
Invita l'Amico a scrivere p. 65
Modo di Ringratiare p. 67
Si mostra l'Amore tra due Amici p. 68
Lodi d'uno amico, et un ringratiamento p. 70
Lodi maravigliose d'uno Amico p. 71
Riprende uno del non havere scritto p. 73
Come si debba amare uno, et come lodare p. 74
Lettera faceta, con la quale si invita l'animo al tornare p. 77
Che li grandi huomini debbono essere apprezzati p. 79
Quel che si fa per Amore, è più grato che quello che si fa per debito p. 79
Invita l'Amico a scrivere et riprendelo del non havere scritto p. 80
Che le lettere tra gli amici sono necessarie p. 81
Che la perdita del tempo importa assai, et che non si debba volere quello che non si può p. 82
Quanto sian grate le lettere de gli Amici p. 83
Che non si dee mai biasimare uno, perché Iddio punisce p. 83
Che l'huomo è l'anima, e che l'anima è ne l'amato p. 85
Che l'anima dopo la morte intende più chiaramente, che mentre che ella è nel corpo p. 86
Contra Averroè che vuole che sia un solo intelletto di tutti gli huomini, provando il contrario p. 91
Che gli Teologi vegliano, e gli altri sognano p. 93
Mostra qual sia la verità di Iddio lo splendore la bellezza e l'Amore p. 94
Che l'Idee (secondo Platone) siano ne la mente divina p. 95
Si mostra la cagione di peccare la speranza e'l remedio p. 100
Che coloro che Iddio ha insieme congiunti per costumi, li congiungerà ancora per felicità p. 101
Che un Legista è più degno che un Sofista p. 102
Che il praticare è un legittimo termine e fine de l'Amore p. 103
Che la Medicina ha cura del corpo, la Musica de lo spirito, et la Teologia de l'anima p. 105
Che non si loda l'amore sanza la religione, né la religione sanza l'amore p. 106
Insegna a sopportare l'Ingiurie p. 106
Modo di acquistare costanza contro a la Fortuna p. 109
Che quella Amicitia è stabile che da Iddio è cagionata p. 111
Che il furor Poetico vien da Iddio p. 114
Che si debbe haver cura de la Patria de la famiglia et de gli Amici p. 116
Qual sia l'humanità p. 117
Mostra, et loda l'Amor, la Gratia la Fede e l'Amicitia p. 118
Qual sia la stoltitia e la miseria de gli huomini p. 119
Si mostra la stoltitia e la miseria de l'huomo p. 121
De la stoltitia e miseria de l'huomo p. 123
Esortatione a la modestia e a gli studii p. 125
In che modo uno amico sia ne l'altro p. 126
Che la salute d'uno amico viene da l'altro amico p. 127
Che i sogni de la mattina son veri p. 128
Quanto possa il desiderio de gli amici p. 129
Che l'è meglio lodare la benevolenza che l'ingegno p. 130
Chi siano coloro che l'Amore inganna, et quali no p. 131
Raccomando uno per esser povero, e degno p. 132
De l'arroganza de gli huomini nel voler conoscere le cose divine, e che si debba pensare che ogni cosa sia fatta per il meglio p. 133
De la stoltitia de gli huomini, e qual sia la vera sapienza p. 134
Lode de la liberalità, e de la Limosina p. 135
Che niuna virtù è più amabile che la benignità p. 137
Che un vero amico non ha da star lontano per esser desiderato p. 138
Qual sia un ricco giusto, e quale uno ingiusto p. 140
Mostra la bontà e la giustitia d'un legista p. 141
Mostra la dignità d'un Sacerdote p. 142
Che non si debbano dare a ciascuno gli ordini sacri p. 142
Che niuna consonanza più diletta che quella che è tra il cuore e la lingua p. 143
Qual sia l'ufficio d'un Cittadino p. 144
Qual sia il viver bene p. 146
Che li voti non sono da sprezzare p. 146
Mostra la nobiltà, l'utilità, e l'uso de la medicina p. 149
Che il tempo si debba spendere parcamente p. 154
Che un huomo sanza religione è più Infelice che le bestie p. 157
Risposta a la lettera, ne la quale si esorta a spendere il tempo parcamente p. 158
Che a niuno che vuole è chiusa la via al ben fare p. 160
Che l'immitatione è meglio che la lettione p. 161
Chi sia da essere chiamato vero huomo p. 163
Si rallegra con uno d'una dignità acquistata p. 164
Mostra perché a un amico manchi inventione di scrivere p. 165
Che l'opera nuova piace al suo fattore p. 167
De la Perseveranza p. 168
Che gl'è cosa da prudente non desiderare altro che la buona sanità, e la salute de l'animo p. 169
Si ragiona de la Musica p. 169
Che felicemente è amato colui che da huomo degno d' Amore è amato p. 173
Che quella è verissima lode che è degna d'esser lodata p. 174
Si ragiona de la legge, e de la Giustitia p. 174
Si disputa de l'Anima p. 178
Consolatoria ne la morte d'uno Amico p. 180
Se mostra quali sieno le parti d'un legittimo e buono legista p. 182
Che presto s'acquista quello che grandemente si desidera p. 183
Che più tosto deviamo sequitare le fonti che i rivi p. 183
Che il Peripatetico non domanda denari come filosofo, ma come huomo p. 185
Raccomandatitia per uno giusto, innocente e dotto, e già stato in prospera fortuna p. 185
In che modo si debbe lodare ciascuno p. 186
Non si parla d'Amore bene sanza Amore p. 187
Documenti per la memoria p. 188
Diffinitione de le virtù, officio, e fine p. 190
Si mostra la natura de l'anima, e l'officio suo, e de le lodi de l'historia p. 192
Mostra tre guide de la nostra vita, e qual sia un ottimo modo di vivere p. 195
Modo di parlare, di impugnare, di lodare, e di vituperare p. 196
Che la cognitione, e la riverenza di se stesso è la miglior cosa che sia p. 199
Se parla de la divinità de l'anima p. 201
Consolatoria ne la morte d'uno p. 203
Contra li bugiardi e maldicenti p. 203
Contra li bugiardi e maldicenti p. 204
Si mostra che cosa sia a la felicità che l'ha li gradi, e che l'è eterna p. 206
Oratione a Iddio Theologica p. 218
Che ci doviamo solamente fidare in Dio et quello servire p. 223
Quale debba essere l'immitatione p. 224
Che spesse volte una breve lode è grande p. 225
Chi favorisce a buon fine favorisce a se stesso p. 225
Qual sia una domanda e una raccomandatione giusta p. 225
Breve ammaestramento a un Vescovo p. 226
Lode Oratoria, Morale, Dialetica, et Teologica de la filosofia p. 227
Avviso de la gratia d'un Giubileo p. 235
Ringratiamento p. 235
Mostra l'utilità de la vita otiosa p. 236
De la Perseveranza p. 238
Che l'infirmità de l'animo possono solamente esser curate da un medico divino p. 240
Onde nasca il correspondente amore p. 241
Che la vera Poesia vien da Iddio, e a Iddio deve tornare p. 243
Che le cose sue si debbon mandare a gli suoi p. 244
Libro secondo p. 245
Al invittissimo, dottissimo, e clementissimo signore l'illustrissimo sig. duca d'Urbino Federigo da Montefeltro p. 245
Cinque Quistioni de la Mente. La prima, se il suo moto è a qualche certo fine indrizzato o no, la seconda, se il fine del suo movimento è il moto o lo stato, la terza, se l'è cosa particolare o universale, la quarta, se ella può mai conseguire il desiderato fine, la quinta, se poi che ha il fine acquistato, mai d'indi si parte p. 246
Che un natural moto di ciascuna spetie perché da un determinato ordine è guidato, da un determinato principio si cagiona e a un determinato fine indrizzarsi si conosce p. 247
Che l'ordinatissimo moto del Mondo, è a un determinato fine de la divina providenza indrizzato p. 248
Che termini habbia il moto de gli Elementi, de le Piante, e de i Bruti p. 249
Cinque quistioni del moto de la Mente p. 250
Che il moto de la mente risguarda a un determinato fine p. 250
Che il fine del movimento intellettuale non è il moto, ma lo stato p. 251
Che l'obietto, e'l fine de la mente, è l'universo, il vero, e'l Buono p. 253
Che l'origine e'l fine de l'animo è solo l'infinito vero, e l'infinito bene p. 255
Che l'animo può a qualche tempo conseguire il suo desiderato fine e'l suo bene p. 257
Che la mente può conseguire il desiderato fine più che il senso p. 262
Che l'animo immortale è sempre nel mortal corpo misero p. 263
Che l'huomo quanto difficilmente fuor del suo naturale habito la felicità segue, tanto facilmente nel suo naturale habito ritornato la medesima consegue p. 265
Che la mente poi che ha acquistata la beatitudine non la perde per tempo alcuno p. 269
Che sopra il senso e l'Intelletto, sopra il sensibile l'intelligibile, sopra le nostre menti sono altre menti, e sopra le forme corporali sono le forme incorporali p. 270
Che la mente è sempiterna perché ella per conseguire le cose eterne usa il raggio di sopra ricevuto p. 273
Che la mente col raggio di Dio in lei reflesso intende le cose create e co'l raggio diritto intende il Creatore p. 274
Che Iddio vede e governa ogni cosa p. 279
Che gli elementi si muovono mobilmente, le sfere celesti si muovono stabilmente, l'anime stanno mobilmente, gli Angeli stanno stabilmente, Iddio è lo stato istesso p. 283
Che la forma corporea si divide, et è mossa da altri, l'anima rationale non si divide, ma da se stessa si muove: l'angelo non si divide e non si muove, ma d'altronde è ripieno, e che Iddio è una pienezza semplice e immensa p. 289
Breve raccolta de la Teologia Platonica di Marsilio Ficino p. 294
Del Rapimento di Paolo al terzo Cielo, e de l'immortalità de l'animo p. 317
Dialogo tra Pavolo, e la mente di Marsilio p. 318
Argomento sopra la Teologia Platonica di Marsilio Ficino p. 344
Che quale è l'amore tal'è la Amicitia p. 372
Quel, che sia il lume nel corpo del Mondo nel anima, nel Angelo, in Dio p. 376
Libro terzo p. 389
Esortazione alla guerra contra i Barbari p. 389
Che la prosperità humana e salace p. 392
Che la prosa si debba con poetici modi, e numeri adoniare p. 397
Che solamente quello non perde mai persona alcuna a lui cara, al quale tutte son cari per amor di colui che mai non si perde p. 400
Che le male lingue si debbano disprezzare p. 401
Che le male lingue si debbono disprezzare p. 403
Congratulatione d'un Magistrato ricevuto p. 403
Che la melodia non è soave sanza un amico soavissimo p. 404
Che la verità con la sua potenza più tosto che con altra si difende p. 404
Che Venere vince Marte, e Giove Saturno p. 405
Che quello è felice, che de la sua sorte è contento p. 407
Qual sia la virtù d'un legittimo Cittadino p. 408
Qual sia una vera lode de la lode p. 409
Che niente in terra si possieda più pretioso che l'huomo p. 411
Qual sia l'ornamento del convito terreno, lo splendore del Celeste, e la beatitudine del sopra celeste p. 411
Che un huomo prudente non disprezza alcuno, come inutile p. 414
Che a gl'animi tristi son tutte le cose contrarie p. 415
Che le gratie e le Muse vengono da Iddio, e a Dio si debbono referire p. 417
Chi non può veramente a se stesso piacere chi dispiace a la verità. Nè veramente i beni rallegrarsi, chi nel amarli lo stesso bene disprezza, onde tutti i beni vengono p. 417
Che niuno è felice se non colui che veramente si rallegra, e niuno veramente si rallegra, se non chi de la verità si rallegra p. 419
Che quello che ama la eterna forma, tanto facilmente Almeno, e tanto securamente se la gode, quanto Difficilmente, e con paura quello che ama la temporale p. 420
Che Iddio ai buoni tutte le cose converte in bene p. 423
Che i mali non vengono proprio dalle stelle, ma per difetto, o di materia, o di consiglio p. 423
Che le lodi di tutte le cose si debbono referire a Iddio principio d'ogni cosa, e fine p. 425
Che niuno ascende a Iddio senno colui, nel quale Iddio in un certo modo discende p. 427
Che il vulgo si pasce di baie p. 428
Che la vera Amicitia è quella che da una vera religione procede p. 429
Che la religione è fondata in povertà p. 429
Che misero è colui, che da le cose future esterne depende p. 430
Che colui che segue ogni cosa, niente consegue p. 432
In che modo si ponisca l'invidia, o vero si mitighi, o vero si svella, e stirpi p. 433
Che si debbe havere pochi amici p. 434
Che i benefici mal posti son da essere stimati cose mal fatte p. 434
Ironia contra i nimici de i filosofi p. 436
Che le sue cose di debbono mandar a' suoi p. 438
Che si debba far bene ad uno amico benché non voglia p. 438
Che quando il fondamento è debole, tutto quello che sopra ci si edifica cade, e ruina p. 439
Che dove la Charità è servente, quivi luce Iddio, quivi la gratia risplende p. 440
Che tutti i beni del mondo a colui son tristi, che nel mondo immondo si vive p. 441
Che quello che gratiosamente si riceve, gratiosamente si debba dare p. 444
De la sufficienza, del fine, de la forma, de la materia, del modo, del condimento, e de la autorità del convito p. 444
Che niuno humano piacere è più sufficiente, che il Convito p. 445
Quanto sia grato l'aspetto de l'amico, quanto necessario, quanto volontario l'Amore p. 450
Che l'huomo è un Lupo verso l'altro huomo, e non un huomo p. 453
Che Iddio non diede mai ad alcuno tutte le cose p. 453
Modo di Imparare, e di Parlare p. 454
Che il cercare di vendicarti niente altro è che il recevere di nuovo ingiuria p. 456
Che colui, che molte cose incomincia a fare, molto erra p. 457
Che colui che non satisfa mai a l'arte, al qual sempre satisfa l'artificio p. 457
Che l'amore è uno unico custode de la vita, ma se vuoi essere amato, ama p. 458
Che la perdita dei denari par cosa grave, e degli huomini gravissima p. 459
Che poco a colui si debba credere, che troppo crede p. 460
Degli Officii p. 461
Che colui non cade per questo al basso, che essendo in grandezza posto, sottilmente, e clementemente le cose basse risguarda p. 465
Che doppo la facilità del vitio segue la difficultà de la vita, e doppo la difficultà de la virtù la facilità de la vita p. 467
Sì come la bellezza per sua natura crea l'Amore, così l'amore con l'oppinione recrea la bellezza p. 469
Che agli huomini pietosi s'appartengono cose pietose p. 471
Che agli huomini pietosi s'appartengono cose pietose p. 471
Che se noi chiaramente vedessemo, quanto brutto e infermo sia un tristo e depravato animo, non peccaremo p. 472
Che niente è più brutto di colui, appresso il quale fuor che l'animo tutte le cose con belle p. 473
Che la buona fortuna a i tristi è cattiva, e a i buoni la trista fortuna è buona p. 475
Che l'animo, non sempre de le cose mortale percioché egli cerca le cose eterne p. 479
Che quelle cose che veramente son buone, quanto son maggiori tanto son megliori p. 481
Che non possono in quella cosa più cose fermamente congiugnersi, che in se è mutabile e diversa p. 482
Che Cupido più persuade tacendo, che Mercurio orando e Febo cantando p. 484
Libro quarto p. 486
Che colui che potesse vedere, da quanti mali e dentro e fuore siamo offesi, nono havrebbe invidia ad alcuno p. 486
Che quando a la ragione, e dal consiglio si ha satisfatto a ciascuno si debbe pensare de haver satisfatto p. 488
Che invano fa colui, che non fa per se stesso p. 490
Che la Medicina de i mondani mali è il culto del celeste Iddio p. 490
Che noi doviamo considerare non quel che altri dà, ma con quale animo p. 492
Che quanto gl'è cosa brutta amare i denari, tanto è cosa honesta amare gli huomini, tanto ancora necessaria, e buona amare Iddio p. 494
Che tutte le cose che si ricevono, son tali, quale è colui che le riceve p. 495
Che tutte le cose del mondo sono con discordia composte, e che tutte le cose sono a le lor contradici opposte p. 496
Per mutare in meglio la sorte, bisogna migliorare la figura de l'anima p. 498
Oratione per ricuperare il lume de gl'occhi p. 499
Che si debbe fare cosa honesta, perché piace, e ci debbe piacere, accioché potiamo piacere a Iddio p. 502
Che niente è più mirabile, e più amabile che la Dottrina congiunta con la prudenza p. 504
Che in tutte le cose si debbe pigliar consiglio da una persona esperta p. 515
Che gli è più utile sopportare l'infirmità bene, che la sanità male p. 516
Che colui che una volta ha dato se stesso, ogni cosa ha donato p. 517
D'una Platonica natura d'un filosofo, de la sua institutione e delle sue operationi p. 518
De la vita di Platone p. 523
Che quanto gli Astronomi misurano, tanto gl'Astrologi mentono p. 547
Allhora assai si raccomanda uno quando si mostra esser di colui, al quale si raccomanda p. 548
Quanto simili siano gli affetti di due, che s'amino p. 548
Littera amatoria, ne la quale mostra i simili affetti di due amanti p. 550
Che niente è più infermo che l'Amore humano, niente più stabile che'l divino p. 552
Che in vano pensiamo che le cose per se non sufficienti, ci contentino p. 553
Che un subbito trapassare da un poco lume ad un grande, e da un grande ad un piccolo, impedisce la vista p. 554
Che l'animo è immortale, e perché essendo egli divino, spesso non di meno vive a guisa di bestia p. 560
Che colui solo ogni cosa possiede che da niuno fuor che da Iddio è posseduto p. 564
Che quando il fatto impugnare ci sforziamo, allhora l'espugniamo p. 565
Che colui ha molti servi, che a molti serve p. 566
Che tra gli huomini una vera Amicitia non può nascere, se non con l'aiuto di Iddio p. 567
De la vera Amicitia p. 568
Che la fortuna non può far bene ai tristi, né male ai buoni p. 571
Lode del matrimonio p. 572
Che la filosofia genera la sapienza e la sapienza partorisce la felicità p. 576
Che a colui, al quale le cose salutifere dispiacciono, non è sano p. 578
Disputatione contra il giuditio de gli Astrologi p. 580
Proemio di Marsilio Ficino, sopra la sua operetta de la vita di Platone p. 583
Che gli amici si amano benché siano lontani p. 584
Libro quinto p. 586
Proemio p. 586
Che le leggi sono divine, e che la fede si conferma con la scienza p. 586
Che niente di proprio quivi essere puote, dove è un comune animo p. 588
Che si debbe parlar brevemente, ma non brevemente pensare e amare p. 589
Che li Sacerdoti e i filosofi debbino piamente parlare e credere p. 590
Che ne li mali non si truova refugio alcuno se non al sommo bene p. 590
Che Iddio non ha creato gli huomini per cose piccole, ma per grandi p. 594
Che niuno incontinente sapiente esser puote p. 595
Scusa di scrivere spesso p. 599
Che la solitudine a li filosofi non suole la mente occupare, ma incitare e svegliare p. 599
Che ai tristi non è concessa la sapienza p. 600
Che si debbe sempre tenere il mezo p. 601
Che niuno più commodo remedio nei mali si ritruova, che la patienza p. 603
Che solo il Tempio di Minerva gli huomini dalle procelle de la fortuna defende p. 606
Che la vera Amicitia non ha bisogno di estrinseche demonstrationi p. 607
Coloro, che male usano le muse, non mele, ma fiele dal fonte loro portano p. 609
Che noi mai cose contrarie non patiamo se non quando male le patiamo p. 611
Che l'amicitia perfetta di parole e di lettere non ha bisogno p. 612
Che meritamente a colui manca ogni interno bene, al quale manca Iddio, che è ogni bene p. 613
Essendo Iddio lo stesso Amore, qualunque sanza Iddio qualche cosa cerca amare, sanza Amore cerca amare p. 614
Che colui solamente felicemente sigoreggia, che a coloro che vogliono signoreggia p. 615
Che gli huomini Egregii sono dal vulgo reprovati, e da Iddio approvati, appresso al quale è la gratitudine e la libertà p. 616
Che la filosofia non insegna, anzi vieta il vivere e'l praticare co i Principi p. 618
Che colui mai nel lodare e nel amare non si inganna, che nel lodare e nel amare ha Iddio per legge p. 621
La fede genera la speranza, la speranza la charità, l'ardor de la charità ne arreca la chiarezza de l'intelligenza p. 622
Che niente è più infermo dell'humano Amore niente più fermo del divino p. 623
Qual sia il vero Amore e la vera Servitù p. 625
Epistola in nome de la Verità, de la institutione del Principe p. 626
Allhora rallegrar ci doviamo con un huomo che una degnità habbi acquistato, quando di quella degno si mostra p. 634
Che la Verità fa doventare un huomo degno de la dignità p. 636
Fa il tutto chi col dolce l'util meschia p. 636
Che tra gli Amici non bisognano lettere p. 637
Niuno maggiore carità dimostra, che quando mette la vita per li suoi amici p. 638
Chi sia felice, e che nel mondo non è male p. 639
Che noi peggio ci portiamo ne le cose prospere che ne le contrarie p. 640
Scusatione di non havere scritto p. 643
Ch'egli è meglio il dar cose superflue, che il negare le debite p. 644
Che la Gratia naturale più persuade che una acquistata eloquenza, e l'humanità più vince che la Violenza p. 644
Escusatione di haver reso tardi un libro p. 645
Scusatione di non haver scritto, e Raccomandatione p. 646
De la Patienza p. 647
De la Patienza p. 650
Niente è più necessario, e più volontario che l'Amore p. 651
Scusatione di haver risposto tardi p. 652
Che non si debbono giudicare le cose divine per le humane, ma le humane per le divine p. 653
Che la scorza non nutrisce, ma la medolla p. 654
Ammaestramenti di ordinare la vita sua per vincere il fato p. 655
Il Cielo ci promette i beni, e la virtù ce li dà p. 658
De la salute de i filosofi, innanzi l'avvenimento di Christo p. 658
Esortatione al rispondere p. 660
Solo felice è colui, che veramente si rallegra. Solo colui veramente si rallegra, che de la verità sola si rallegra p. 660
Una demonstratione d'un bel corpo e d'una bella mente p. 661
Tomo II p. 664
[Frontespizio] p. 664
Tavola delle materie p. 665
Libro sesto p. 677
Oratione, del gregge Christiano a Papa Sisto. Ne la quale gli persuade, che dica a le sue Pecore: «Iddio vi dia pace» p. 677
Esortatione a l'andare in Villa p. 686
Chi ama ardentemente, niente fuor che l'amato riceve p. 687
Non è cosa sicura accusare i Principi, né giusto accusar la fortuna p. 688
Tra i mali colui è manco offeso, che di Iddio si cura p. 689
Allhora solamente doviamo noi stessi approvare quando da coloro che provatissimi sono siamo approvati p. 691
Che la verità si deve sempre dire, e ascoltare p. 691
Che si debbono conoscere le cose, per conoscere se stesso e se stesso per conoscere Iddio p. 692
Che lo Spirito dove vuole spira p. 693
In che modo si debbono pescare gli huomini p. 699
Che spesso si levano del fango quelli che ci toglieno l'utilità p. 701
Che niente è de l'humana volontà più occulto p. 702
Al Reverendissimo Signor mio. Il Cardinale d'Aragona, figliuolo del Serenissimo Re Ferdinando p. 704
Oracolo del Re Alfonso, al Re Ferdinando, tra loro prima in lingua Inglese pronuntiato, e dipoi da Marsilio Ficino in più piacevol lingua tradotto p. 705
Modo di ringratiare p. 715
Quello che volentieri si riceve, volentieri si debbe rendere p. 716
Raccomandatione p. 717
Mostra come al Bembo amico diventasse p. 717
Ringratiatoria p. 719
Chi dà per cose parole, dà foglie per frutti p. 719
Riprensione del mal vivere, e qual siala buona vita p. 720
Che colui con armonia non è composto, che de l'armonia non si diletta p. 722
Che un maldicente altrimenti offender non ti puote, che facendoti similmente maledico doventare p. 724
Che cosa sia la verità, e il vivere felice p. 726
Qual vita debbano fare gli huomini, e che si debbe attendere a la religione p. 727
Lode d'uno amico virtuoso, e esortatione al seguitare p. 728
Si lamenta del mal vivere de' suoi tempi p. 730
Assimiglianza Orfica del Sole, a Iddio a dichiaratione de l'Idee p. 731
Che l'è meglio stare fuor de la patria, che vederla mal condotta p. 736
Epistola amorevole p. 737
Congratulatoria d'un Magistrato ricevuto p. 738
Non è commune padre, chi non ha commune cura de i figliuoli suoi p. 740
Raccomandatitia per uno amico p. 741
Raccomandatione per un amico p. 742
Che l'aiuto viene da Iddio in tutti gli nostri mali p. 744
Che'l furore amoroso è più degno di tutti gli altri p. 745
È conveniente che chi honora Iddio, a li suoi oracoli sia presente p. 747
Istitutione filosofica d'un Principe p. 747
Che Iddio leva l'influsso de le stelle p. 751
Come si debbia amare uno amico p. 752
Che si debbe usar gran diligenza nel maritare le figliuole p. 752
Che a gli huomini grandi si convengono cose grandi p. 754
L'ombra segue il corpo di cui è ombra p. 755
Raccomandatione, e ammaestramento d'un cittadino p. 756
Raccomandazione d'un amico p. 758
Ammonitione al buon vivere p. 760
Che a l'amore si deve con la fede e non con le parole rispondere p. 763
In vano scrive colui che in modo scrive che da niuno è inteso p. 763
Quanto fia questo mondo immondo, quanto falso, e fallace p. 765
Finge Fiorenza congratularsi con Dante, il quale per pietosa opera di Christofano Landino sia risuscitato, coronato, e a la sua patria restituito p. 775
Libro settimo p. 778
Proemio p. 778
Al Lettore p. 779
Che la sapienza vien solo da Iddio p. 779
Dove è maggior sapienza, quivi più brevi parole esser debbono p. 782
Con le lettere qualche volta, ma con l'animo mai non doviamo gli Amici abbandonare p. 783
Che non si debba troppo amar se stesso p. 784
Qual sia l'ottimo genere di vivere p. 785
Che gli studii de l'Agricultura e de le littere si cogiungono felicemente insieme p. 785
Invitatione a l'andare in Villa p. 787
Che l'Amicitia tra gli pari è libera p. 788
De le tre gratie e del Genio p. 791
Apologo nel qual si mostra, che il divino genere solo di cibo divino si pasce e cresce p. 795
Che la leggie divina dal cielo esser fatta non puote, ma sì bene forse esser significata p. 802
Che la filosofia e la religione sono sorelle p. 815
A M. Febo Capello p. 818
Al Honoratissimo M. Febo Capello p. 818
Che la disciplina Platonica è cosa pia e buona p. 819
A Federigo Illustrissimo Duca d'Urbino Apologo. Nel qual dimostra quanto egli meriti ogni grandezza p. 820
Al Illustrissimo et Eccellentissimo Federigo Duca D'Urbino p. 821
Che i tristi non debbano toccare le cose sacre p. 822
La salute è solo in Dio p. 823
Che noi tanto lodar noi stessi possiamo, quanto da gli lodati huomini lodati siamo p. 823
Scusatione di non havere scritto p. 824
Che il giuditio ne le natività è fallace p. 826
Che mentre che le cose divine ad altrui si mandano, non si perdono p. 827
Raccomandatione d'un amico p. 828
In che cosa la disciplina Platonica superi la Peripatetica p. 830
Domanda de i libri, e saluta p. 831
Domanda de i libri efficace p. 831
Che un huomo infaccendato non si debbe interrompere p. 832
Che non sono amici quelli che non dependono l'uno da l'altro p. 833
La solitudine è necessaria a i litterati p. 833
Non si amano tra loro veramente quelli che di loro continuamente non pensano p. 834
Che tutti i dolori nascono da l'amore de le cose corporee p. 835
Espositione allegorica del secol d'oro, e de gli altri p. 837
Che di tutte le cose è lo scambiamento p. 838
Si disputa de l'Amore p. 839
Prega che gli sia reso il suo Platone tradotto p. 842
Che la charità più tosto che la scienza in Dio ci trasforma p. 843
Libro ottavo p. 846
Proemio p. 846
Ringratiamento p. 847
Che l'Amore non pate lontananza p. 848
Proemio sopra gli Apologi p. 848
Scusatione del non haver risposto p. 849
Come ciascuno habbi un Angelo in custodia p. 850
A M. Sebastiano Baduero, et a M. Bernardino Bembo Oratori al sommo Pontefice p. 852
Concordia di Moisè e di Platone p. 852
Confirmatione de i christiani per mezzo de le oppinioni, e de la vita di Socrate p. 857
Lode d'un Principe p. 860
Scusatione di non haver obbedito p. 860
Raccomandatione p. 861
Lode de la Charità p. 861
Che da un Amico non si deve ricercare quello che non ha p. 863
Raccomanda i libri di Platone p. 863
Scusatione di non haver risposto p. 864
Al Reverendissimo M. Marsilio Ficino Platonico p. 864
Che la divina providenza ha ordinato che le cose antiche si rinuovino p. 866
A M. Francesco Bandini p. 870
Scusa del non havere scritto p. 870
Che cosa siano i Profeti e gli interpreti de i Profeti p. 871
Al Reverendo Signor mio il Cardinale di S. Marco, Marco Vinitiano p. 875
Che i parenti e domestici gli fanno danno p. 875
Al Reverendo Signor mio il Cardinale di S. Marco p. 876
Al Costumatissimo e Virtuosissimo M. Braccio Martelli p. 878
Scusatione del silentio p. 888
Scusatione de lo scriver breve p. 889
Raccomandatione p. 889
Che cosa sia felicità p. 890
A M. Bernardo Bembo Vinitiano p. 891
Raccomandatione d'un filosofo p. 892
Che la fortuna è molto contraria a le virtù p. 896
Scusatione del non havere scritto p. 897
Del medesimo p. 898
Che si deve donare anchora a gli ingrati p. 898
Scusa di non poter andare a visitare uno p. 899
Molte cose che le stelle significano, i demoni ci persuadono, e noi facciamo p. 900
Consolatoria ne la morte d'un figliuolo p. 901
Che lo studio de le ricchezze e de le dignità nuoce assai a lo studio de le littere p. 902
Che colui merita sopra ogn'altro essere lodato che per tutto'l mondo cerca la sapienza p. 903
Ringratiamento, congratulazione, e raccomandatione p. 905
Che la cognitione de la divinità de l'anima è sopra ogni cosa necessaria p. 905
Che la filosofia Platonica, come sacra, si deve leggiere ne le cose sacre p. 907
Si fa uno amico p. 910
Esortatione al dover difendere una cosa giusta p. 911
Raccomandatione d'un amico appresso di un Re p. 912
Per qual cagione i grandi huomini a grandi pericoli siano suggietti p. 912
Al Reverendo M. Probo. Commessario del Papa p. 915
Giocosa, che egli non salutò chi salutar deveva p. 916
Lode d'un Principe p. 917
In che modo che gli amici anchor tacendo insieme ragionino p. 918
Consolatoria, de la perdita d'una casa, e de i libri per il fuoco p. 919
Raccomandatione p. 920
Ringraziamento, e raccomandatione p. 920
Che niente più le littere impedisce che l'ambitione civile p. 921
Pochi congiungono le facende publiche con lo studio de le littere p. 922
Qui solo si vive, dove con l'intelletto si vive p. 924
Libro nono p. 925
Proemio p. 925
Descrittione d'una villa Salutifera p. 926
Consolatoria ne la morte de gli Amici p. 928
Positione de gli aspetti de i Pianeti che a l'ingegno giovano p. 929
Littera faceta, e le cagioni de le facetie p. 931
Che un amico è ne l'altro. Escusatione di non esser andato a ritrovare uno p. 932
Proemio in Teofrasto de l'anima p. 934
Proemio sopra Iamblico p. 936
Proemio in Proculo et in Porfirio p. 937
Proemio in Sinesio, e Psello p. 938
Lode d'uno stile p. 939
De le due vie de la felicità, e numero de i libri composti p. 940
Raccomandatione p. 942
De lo stil Poetico ne gli Aforismi di Hippocrate p. 943
Pronostico sopra il suo libro de la virtù longa p. 944
Natività di Marsilio p. 945
Raccomandatione d'un huomo dotto p. 946
Littera faceta, e ringratiatoria p. 948
A M. Tideo Procuratore del Re d'Ungheria p. 950
Littera faceta, contra uno che lungamente ha taciuto p. 950
Sopra il suo libro de la vita p. 951
Sopra il suo libro de la vita p. 952
Libro decimo p. 953
Proemio sopra il decimo et undecimo Libro p. 953
Sopra il suo libro de la vita p. 954
Sopra il medesimo p. 954
Faceta p. 955
De la Charità, e raccomandatione p. 956
Raccomandacione d'una causa a un legista p. 957
De l'Amore e de la Amicitia e raccomandatione d'un Amico p. 957
De la Amicitia e de la immortalità de l'anima p. 959
De i Demoni, e raccomandatione de le sue cose p. 960
Quali siano i figliuoli del Sole p. 961
Raccomandatione d'un litterato, ad un altro p. 962
Ringraziamento p. 962
Che un libro deve essere approvato quando è approvato da i dotti p. 964
Come si deve adorare Iddio p. 965
Oratione da fare ogni giorno p. 966
Al Reverendissimo Monsignor mio Francesco Soderino Vescovo di Volterra p. 967
Ringratiamento p. 968
Lode de la diligenza d'uno p. 969
Dimostratione d'un grande Amore p. 970
Scusatione di non haver risposto presto p. 970
Raccomandatione di se stesso p. 971
Scusatione p. 973
Del fato, e de la Fortuna, e del Demone di ciascuno p. 973
Al Reverendo Monsignor mio Francesco Soderino Vescovo di Volterra p. 975
Ringratiamento p. 976
De l'adoratione p. 976
Proemio sopra il libro detto l'Huomo p. 980
Per quali parti del Cielo l'anime discendano, et ascendano p. 981
Che la cura amorosa, è sicura p. 983
Del Fato e de le Stelle p. 985
Congratulatoria, e de la concordia de i Pianeti p. 986
Ringratiamento p. 986
In che modo Mercurio, che è il più piccolo pianeta significhi la sapienza che è maggiore di tutte le virtù p. 987
Che Pallade Giunone e Venere significano la vita contemplativa, la attiva, e la voluttuosa p. 988
Congratulatoria p. 989
Proemio sopra gli Apologi del piacere p. 990
Libro undecimo p. 1001
Sopra un dono d'un Calice d'argento p. 1001
Risposta sopra il dono del Calice d'argento p. 1002
In che modo che uno sotto perdona d'altri a una cosa pensando a se stesso risponda p. 1003
Domanda una gratia p. 1005
Scusatione di non haver scritto p. 1005
Per certi gioveni mandati da Svevia a l'Accademia p. 1006
De le quattro spetie del furor divino, e le lodi di Lorenzo de i Medici p. 1007
Lodi d'un morto p. 1010
Proemio sopra l'istitutioni Platoniche p. 1011
Ringratiamento p. 1012
Che gli ingegni filosofici vanno a Christo per Platone, come ad Agustino avvenne p. 1013
Raccomandatione p. 1014
Raccomandatione p. 1015
Ringratiamento, e prodigii ne la morte d'un Principe p. 1015
Ringratiamento p. 1017
Cagione de' prodigii, che ne la morte d'un Principe avengono p. 1017
Lode d'un legittimo Principe p. 1019
Contro l'Astrologia p. 1021
Che l'oppinioni non si devono temerariamente palesare p. 1023
Catalogo de i suoi amici e auditori p. 1027
Proemio sopra il compendio di Proculo p. 1030
Compendio di Proculo sopra la Republica di Platone cavato da Marsilio Ficino p. 1031
Che la filosofia non si congiugne con la fortuna e con le ricchezze p. 1047
Dove è molta fortuna, quivi è poca sapienza, e così per il contrario p. 1049
Proemio sopra il libro del Sole di Marsilio Ficino p. 1050
Lode del suo secolo, come di oro, per gli ingegni che produce d'oro p. 1051
Libro duodecimo p. 1053
Proemio p. 1053
Niuno può al tutto i mali, e i pensieri estirpare p. 1054
Che'l Sole non si deve adorare, come autore d'ogni cosa p. 1056
Congiugnimento de la filosofia con le leggi, e che un filosofo è felice, e nobile p. 1059
Similitudine di Mercurio con Saturno p. 1062
Difensione sopra il suo libro del Sole, e del lume p. 1063
Che tra le cose celesti, sono molti Gemini e due Soli p. 1064
Che l'Amore comanda, che uno che ama, sia ardentemente riamato p. 1066
Sopra il suo libro del Sole p. 1068
Sopra il libro del Sole p. 1069
Segni d'un leggittimo Platonico, e de le Idee p. 1069
Scusatione d'un lungo silentio p. 1071
Sopra il libro del Sole p. 1072
Che il lume è maraviglioso, perché è imagine de la sapienza, e quanto sia maraviglioso il congiugnimento de la sapienza con la potenza p. 1072
In che modo Venere per mezo di Cupido gli Amanti congiugne, e Giove per mezo di Mercurio gli amici genera p. 1075
Che'l Sole è imagine, e vicario di Iddio p. 1076
Sopra il libro del Sole, e de la stella de i Magi p. 1077
Sopra l'Evangelio, che narra essere fatto de l'acqua vino p. 1078
Breve raccomandatione in una causa giusta p. 1079
Che sempre si deve far qualche cosa e perseverare, quanto un può, in un medesimo p. 1080
De la sapienza, e de la filosofia p. 1081
Sopra il libro del Sole p. 1082
Sopra il libro del Sole p. 1083
Quello che egli creda de la Astrologia p. 1083
Sopra il libro del Sole p. 1086
Raccomandatione p. 1087
Ringratiamento p. 1088
Che Giove amicabile et Appollo sono il medesimo p. 1089
Sopra il libro de la Religione, e scusa de l'haver salutato tardi p. 1090
Al Invittissimo e Christianissimo Re Carlo Magno Re di Francia p. 1091
Perché la divina providenza permetta le cose contrarie e de i Vaticinii, e de i remedii de i mali p. 1093
Pietosa oppinione di Platone, de gli amici et inimici di Iddio p. 1099
Sopra il libro del Sole p. 1101
Sopra il libro del Sole p. 1102
Errori di stampa p. 1103