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Indice di Paradossi

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere

All'illustrissimo signore il S. Cristoforo Madruccio V. di Tr. & Amministratore di Pr. p. 81
[Libro I] p. 83
Paradosso I Che miglior sia la povertà che la richezza p. 83
Paradosso II Che meglio sia l'essere brutto che bello p. 96
Paradosso III Meglio è d'essere ignorante che dotto p. 101
Paradosso IV Meglio è d'esser ceco che illuminato p. 115
Paradosso V Meglio è d'esser pazzo che savio p. 122
Paradosso VI Che mala cosa non sia se un principe perda il Stato p. 131
Paradosso VII Esser miglior l'imbriachezza che la sobrietà p. 135
Paradosso VIII Meglio è d'aver la moglie sterile che feconda p. 142
Paradosso IX Meglio è vivere mandato in esiglio che nella patria longamente dimorare p. 147
Paradosso X Meglio è l'esser debole e mal sano che robusto e gagliardo p. 153
Paradosso XI Non essere cosa detestabile né odiosa la moglie disonesta p. 157
Paradosso XII Meglio è di piangere che ridere p. 163
Paradosso XIII Essere miglior la caristia che l'abondanza p. 166
Paradosso XIV Meglio è morire che longamente campare p. 169
Al molto Illustre e Reverendo Signore il S. Cola Maria Caracciolo V. di C. e Assistente di Sua Santità p. 173
Il secondo libro de' paradossi p. 175
Paradosso XV Che meglio sia nascere ne' luoghi piccioli p. 175
Paradosso XVI Che meglio sia abitare nell'umil case che ne' gran palagi p. 178
Paradosso XVII Che mala cosa non sia l'esser ferito e battuto p. 183
Paradosso XVIII Non è cosa biasmevole né odiosa l'esser bastardo p. 185
Paradosso XIX Meglio è d'essere in prigione che in libertà p. 190
Paradosso XX Esser miglior la guerra che la pace p. 195
Paradosso XXI Non esser da dolersi se la moglie si muoia e troppo stoltamente far chiunque la piagne p. 201
Paradosso XXII Meglio è non aver servidori che averne p. 207
Paradosso XXIII Che meglio sia nascere di gente umile che di chiara e illustre p. 211
Paradosso XXIV Esser miglior la vita parca della splendida e sontuosa p. 219
Paradosso XXV Che la donna è di maggior eccellenza che l'uomo p. 223
Paradosso XXVI Che meglio sia d'esser timido che animoso e ardito p. 237
Paradosso XXVII Che l'opere del Bocaccio non sieno degne d'esser lette, ispezialmente le dieci giornate p. 240
Paradosso XXVIII Che l'opre quali al presente abbiamo sotto nome di Aristotele non sieno di Aristotele p. 249
Paradosso XXIX Che Aristotele non fusse solo un ignorante ma anche lo più malvagio uomo di quella età p. 253
Paradosso XXX Che M. Tullio sia non sol ignorante de filosofia, ma di retorica, di cosmografia e dell'istoria p. 262
Paulo Mascranico alli cortesi lettori p. 272